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334. Francesco Sforza a Giovanni Caimo, commissario di Pizzighettone 1452 marzo 24 Milano.

Francesco Sforza informa Giovanni Caimo, commissario di Pizzighettone, di essere informato della presenza della peste a Catelnuovo Bocca d'Adda, gli impone di distruggere eventuali capanne , rifugi o altro che fossero stati costruiti a mezzo miglio da Pizzighettone. Insiste, inoltre, perchè adotti ogni avvertenza perchè quel luogo sia scampato dal contagio. Eguali disposizioni vengono date per Inale.

Iohanni Caymo, commissario Pizleonis.
Havimo inteso et cum grande despiacere come el loco de Castelnovo de Buocha d'Adda è infecto de contagione de morbo, che molto ne rencresce et molto più ne rencresciria se per loro cagione li altri nostri luoghi circumstanti se amorbasseno. Et per questo volimo et te comandamo, per quanto hay cara la gratia nostra, tengni modo et via che ad mezo migliaro presso ad quella nostra terra non sia facta cassina, capanna o altro reducto de quilli amorbati, et se alcuna lì ne fosse, faraile tor via, et oltra ciò staray actento et solicito et usaray ogni debita provisione te parerà necessaria che quella terra se preserve sana et non se imbratte de tale contagione. Et ciò faray cum ogni dilligentia se recercha. Mediolani, die xxiiii martii 1452.
Ulterius volimo, simili modo et via, tengni al luoco de Inale che non gli sia facta capanna, cassina o altro reducto per quilli de Castelnovo apresso ad mezo migliaro et, havendole facte, faraele tor via, se bene le dovesse brusare; et operaray quanto possibile sarà che quello loco se preserve sano et libero de tale contagione de morbo. Data ut supra.
Fazinus.
Cichus.