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346. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 marzo 29 Milano.

Francesco Sforza si compiace con il podestà di Cremona per quanto ha pattuito con Giovanni Cogrosso per il pagamento di mille ducati d'oro. Vuole che per il valore di altri mille ducati si prenda garanzia da Cogrosso che rimarrà in una località assegnategli dal duca, per poi sloggiare in un altro posto che, dopo pochi giorni, gli verrà fissato. Chiede ulteriori notizie di Antonio Cavallo.

[ 88v] Spectabili viro potestati nostro Cremone.
Respondendo ad una vostra de dì xxi del presente, dicimo che ne piace quanto haviti tractato et facto cum Giohanne Cogrosso et acceptiamo l'offerta quale ne ha facta de milli ducati d'oro, non possendone pagare più, como (a) diciti, ma, oltra el pagamento delli dicti dinari, voglimo togliati sigurtà da luy de altri milli ducati, ch'el exequirà et farrà le infrascripte cose, cioè ch'el starà fermo in uno luoco ove el deputaremo per alcuni dì, qual sarrà senza coperatione molto più commodo et aconzo che quello ove se retrova de presente, deinde, che passati li dicti puochi dì restarà in un altro luoco ove lo deputaremo, nel quale restarà perhò in libertà, advisandovi che simele segurtade havemo havuto da uno da Casalmaiore, quale havevamo destenuto per simele casone. Vogliati, adonque, fare como è dicto, et poi advisatine de quello altro Antonio Cavallo: restiamo advisati de quello haviti havuto da luy, circha la qual cosa non dicimo altro, se non che ne vogliati advisare se haviti cavato più alcun'altra cosa. Data Mediolani, die ultimo martii 1452.
Irius.
Cichus.
A margine: Duplicata fuit die v aprilis 1452.

(a) Segue è dicto depennato.