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515. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 giugno 4 Gabbioneta.

Francesco Sforza ordina al podestà di Cremona che, a causa del rifiuto da loro opposto a dare il sussidio richiesto, metta "in la più infima presone" che ha il priore del monastero di San Lorenzo e con lui anche il vicario, don Andrea, non rilasciandoli fino a che non avrà una sua autorizzazione scritta.

[ 135v] Potestati Cremone.
Perché havimo recevuta una lettera dal chierichato de Cremona per certa summa de dinari che se denno pagare per lo chierichato, della qual summa ne tocha al monestiero et abbate de San Lorenzo libre cviii, la qual summa recusano de voler pagare quilli ad chi se aspecta, factori del dicto monestiero et messer l'abbate, zoè frate Agustino priore, quale pare minazi fare insanguinare delle camise ad uno don Andrea, vichario del dicto monasterio. Il perché volemo che, recevuta questa, debiati far pigliare el dicto priore et fatilo mettere in la più infima presone habiati, et similiter volimo che, non havendo pagata la dicta summa de dinari lo dicto don Andrea, per tucto domane anchora mettiati in presone dicto don Andrea in compagnia del dicto priore, et che non siano lassati senza nostra licentia in scripto, perché intendimo che paghino la dicta summa et tucte le spese legiptime saranno state facte per dicta casone. Ex castris nostris in villa Gablonete, die iiii iunii 1452.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.