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516. Francesco Sforza ai deputati all'unione degli ospedali di Cremona 1452 giugno 4 Gabbioneta.

Francesco Sforza ricorda ai deputati all'unione degli ospedali di Cremona quanto era stato deliberato fin dall'avvio della unione degli ospedali che, cioè, ad Antonio Visconti e ai suoi sarebbe stato lasciato l'ospedale di Sant'Alberto e, perciò, il duca ordina che venga annullato qualsiasi atto ostile a tale deliberazione.

Deputatis ad unionem hospitalium civitatis nostre Cremone.
Ve doveristi recordare che, nel principio fo ordinata la unione delli hospitali de quella nostra città, vi dicissimo che, considerato el tempo che l'hospitale de Sancto Alberto fo donato ad Antonio Vesconte et alli suoy per dargli vita, como de zintilhomini de quella illustrissima casa, non havendo loro donde altramente vivere, considerato etiam che nuy gli havimo confirmato non volevamo che gli fosse tolto né inovato cosa alcuna, havendolo, como havimo dicto, già longo tempo e trenta anni posseduto, et essi deputati ne dissero che gli lo lassariano né contra esso gli inovariano cosa alchuna, ma perché esso Antonio è stato da nuy gravandose molto che gli tentati contra et gli haviti mandato una captatoria, ne siamo alquanto maravigliati recordandoci de l'ordine dato sopra ciò, et perché forsia vuy non ne saristi advisato, dicimo breviter che nostra intentione non è che gli sia dato impazo né inovato cosa alcuna. Et cussì vi confortiamo et volimo che gli debiati revocare et anullare quanto gli fosse facto contra, lassandolo in la quiete et pacifica posessione d'esso, advisandovi che in le cose compatibile et contengono honestà non sarrà veruno che gli sia più caldo che nuy perché se facia, ma in questo che debbe parere ad ogni homo compassionevele et dingno da provedere, non ne pare honesto né rasonevele lasarglilo torre. Data ut supra.
Cichus.