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588. Francesco Sforza al vicario di Quinzano 1452 luglio 1 "ex castris nostris"

Francesco Sforza loda il vicario di Quinzano per aver sequestrato i due buoi che i famigli di Giovanni Rozone volevano condurre al campo. Vuole che non vengano rilasciati, anzi, capitando che arrivi dell'altro bestiame senza licenza ducale, lo trattenga a meno che abbia dal duca una diversa disposizione con una lettera da lui sottoscritta.

Vichario Quinzani.
Havimo recevuto le tue lettere et inteso quanto tu ne scrivi de quilli duy bovy venduti lì et delli famigli de Iohanne Rozone, che erano venuti per condurli qui in campo et che tu non gli hay voluti dare, anzi gli hay sequestrati. Molto ne piace quanto hay facto et comendiamotene, et volimo et te comandamo che tu non gli lassi per cosa del mondo , etiamdio se nuy te scrivessimo, salvo se le lettere fossero soctoscripte de nostra propria mano, et teneli cussì. Ulterius vinendoli o fidendoli menati altri bestiami, et non habiano licentia e nosto bulectino, susteneli tucti similmente, non li rilassando senza nostri lettere soctoscripte ut supra. Et della receputa della presente advisarane per tue lettere. Ex felicibus castris nostris apud Trignanum, die primo iulii 1452.
Ser Iacobus.
In simili forma scrptum fuit Manfredo de Forlivio.