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810. Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo 1452 agosto 12 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza in risposta a una lettera di Antonio da Trezzo minimizza il rovescio militare subito dal fratello Alessandro riducendo il più grave danno nella perdita di carriaggi e meno di duecento cavalli. Lo avverte di non prestar fede a quel "zarlatore" di Matteo da Capua. Ammette la perdita di Pandino, ma s'è trattato di cosa da poco: si tratta di uomini che avevano il salvacondotto dai Veneziani e che si sono a loro arresi. Perdita che pare conti è quella di squadrieri, ma egli ne ha preso sette di quelli nemici, che non lascerà "finché haveremo li nostri". Si dice certo, contrariamente alle voci, che il magnifico Sigismondo Malatesta s'appresta a passare al servizio dei Fiorentini.

Antonio de Tritio.
Antonio de molte cose quale ne hay scripte per tuie lettere date a v del presente, restiamo advisati et respondendo a tucte le parte, dicemo che quanto al facto de Alexandro nostro fradello et de Lodesana le cose sonno passate come per altre nostre te havimo scripto et invero non sonno perduti ultra ducento cavalli, immo credemo non ne siano perduti tanti et lo mayore damno che sia havuto sie in carriagi advisandote che Marheo da Capua sie una zarlatore et non è vero quello se contene in la copia, quale ne hay mandata et speramo fare in modo che anchora daremo ad intendere al dicto Matheo che quello ha dicto è extrema et falsa busia. El magnifico signore messer Sigismondo siamo advisati di Fiorenza ch'el h a recevuto xv milia fiorini d'oro et ch'el se doveva levare per andare alli favori de Fiorentini et cussì crediamo sia levato perché gli è benissimo disposto et te rescrito quello se voglia, che voglia che Veneti siano stati mediatori della tregua del'andata del cancelliero del signore Sigismondo ad beneficio et ch'el non passarà in questo anno alli favori de Fiorentini; nuy non lo crediamo et siamo certi che sel non è partito, se levarà subito et nuy lo havimo solicitato cum nostre lettere. Del marchese de Cotrono che sia andato da Re restiamo advisati et similmente del famiglio de quello amico che sia stato seco a longo rasonamento et circha de ciò non achade dire altro [ 205r] della lettera del cambio mandata al signore Guillielmo delli ducati v milia, ne havimo havuto noticia da Venesia, ma crediamo che, inteso el conflicto suo non la lassaranno correre. Ne rencresce del caso sequito a Guilielmo dala Forfice et volimo ne advisi se gli è achaduto altro. L'è vero che Andrea Dandolo, al quale havevamo denegato el salvoconducto è stato preso a Parma et nuy, considerando le sue lezerisie et pocho sentimento, l'havemo facto liberare et similmente factoli restituire le cose sue cum questo chel se ne debia andare verso Romangna. Del figliolo de Athanasio non dicemo altro se non che ne vogli advisare quello che se fa lì. Della retentione facta per quello signore a Fiorentini (a) deli panni de seta, havimo inteso quello ce scrivi per altra via havimo inteso che sonno restituiti, siché voglini advisare de quello è sequito. L'è vero che Pandino è perduto perché li homini quali havevano salvoconducto da inimici se gli sonno dati et non gli era dentro forestiero alchuno, de che non facemo caso alchuno. Similmente non facemo tanto caso della presa de Andrea da Birago quanto se fa lì, perché non è preso, però più che uno homo, ma havemo tanti delli suoy in le mani che se li doveremo relassare ne daranno Andrea. Delli ambassiatori del Re de Venetiani et de Fiorentini, quali sonno presso el magnifico Sigismondo, restiamo advisati et similmente delli boni deportamenti de Zanone de Crema che molto ne piace. Quella oppinione se ha che l'uno et l'altro exercito se debbia redurre al ponte de Cavenago, et cetera; è in tucto falsa perché se ben gli fosse Alexandro cum alchune altre gente, nostra intentione non è però (b) demandargline d'altri; immo revocaremo più tosto quelli gli sonno et non è vero gli habiamo mandato Bartholomeo Coleone cum le xii squadre, quale ne scrive. Nuy siamo pur qui et siamo in continua expictatione de scriverte una bona et relevata novella de quello sequirà ne sary avisato [ 205v] in quisti dì havimo presi qualche sexanta homini d'arme tra li quali gli erano septe squadreri, li quali squadreri non lasseremo finmchè haverimo li nostri. Ex nostris felicibus castris nostris apud Quinzanum, die xii augusti 1452.
Irius.
Cichus.

(a) a Fiorentini ripetuto.
(b) però in interlinea.