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904. Francesco Sforza al podestà di Castelleone 1452 agosto 30 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza dice al podestà di Castelleone di essere informato che i provveditori e il governatore del campo di Venezia hanno deciso di annullare il salvocondotto dato per quel territorio ordinando a Bernardo Dandolo di portarsi la mattina seguente là. Il duca dispone che si vieti agli uomini di uscire, sia domani che il giorno seguente e il successivo in inutile speranza di un salvocondotto. Mandi immediatamente le lettere allegate al commissario ducale di Castiglione del Lodigiano.

Potestati Castrileonis.
In questa hora siamo advisati da persona fidedingna come li proveditori et governatori del campo de Venetia hanno comandato et ordinato ch'el salvoconducto ha quella nostra terra da loro sia revocato et rocto, et hanno scripto a Bernardo Dandolo che domatina corra a quella terra. Pertanto volimo debbi admonire quelli homini che per niente domatina non vadano fora, nì dimone (a), nì anchora l'altro socto speranza de salvoconducto, ad ciò che non possano recevere danno alchuno, fin a tanto ch'el non se sapia chiaramente la oppinione loro, la quale non pò essere se non captiva et prava verso quella terra, siché ad nuy non pare che per niente, da qui inanzi, non viva lo più socto la fidanza del dicto salvoconducto, perché, quello che forse non facesseno domane, el fariano un altro dì per disfare quella terra. Data in castris nostris felicibus, die penultimo augusti 1452, horis xxiii. Et mandaray subito per qualche messo fidato et intendente le alligate lettere al commissario nostro de Castiglione de Lodesana. Et questo cura farlo prestissimo, perché sonno de grandissima importantia.
Iohannes.

(a) Così A.