Registro n. 7 precedente | 958 di 2129 | successivo

958. Francesco Sforza a Rosso d'Anso 1452 settembre 10 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza scrive a Rosso d'Anso di gradire che il pane biscottato venga messo nei solai e d'aver sollecitato Giovanni Pellizaro, podestà di Seniga, di liberare il solaio dal grano del cittadino di Brescia. Al Rosso raccomanda di sistemare il posto dove verrà messo il pane biscotto in modo che stia sicuro. Se si dovesse guastare il duca lo riterrà responsabile di tale danno. Aggiunge d'aver disposto che fra quattro giorni ne siano condotte quattrocento moggia, e ancora insiste che non gli dia motivo di corrucciarsi con lui.

[ 241v] Rubeo d'Antio de Castroleone.
Rosso, nuy siamo contenti ch'el biscotto sia messo nelli solari in la terra, et scrivemo ad Zohanne Pillizaro, nostro potestà de Seniga, quale farrà vodare quello solaro, dove è il frumento de quello cittadino de Bressa, et anche farrà provedere delli altri. Pertanto volimo che, senza alcuna dimora, tu actendi ad fare aconzare dove habia ad stare il dicto biscotto, per modo non se guasti et che staga salvo et sicuro, certificandote che quanto dicto bischotto se guastasse, o che ne fosse facto cativa massaria, el che saria per tuo manchamento, tucta la colpa dariamo ad ti, advisandote che fra quatro dì nuy deliberamo sia tucto conducto, cioè le moza 400. Siché teni modo non habiamo ad corozarse cum ti, perché importa troppo questo biscotto al stato nostro. Ex campo nostro apud Quinzanum, die x septembris 1452.
Zanetus.
Cichus.