Congregazione di carità di Paderno Franciacorta (1862 - 1937)

Sede: Paderno Franciacorta

Tipologia ente: ente di assistenza e beneficenza

Progetto: Comune di Paderno Franciacorta

Antecedenti storici

L'istituzione delle congregazioni di carità fu deliberata in vari momenti nel corso del 1807. Essa attuava l'accorpamento degli istituti caritativo assistenziali e la diretta direzione statale degli stessi. Le nuove istituzioni si articolavano in tre sezioni, ciascuna preposta a un particolare settore dell'assistenza: ospedali, istituti di ricovero e enti elemosinieri. Subentravano a ogni altro consiglio amministrativo preesistente e rispondevano direttamente al Ministero per il culto.

Il 10 marzo 1808 il sindaco di Paderno Franciacorta, rispondendo ai quesiti posti dal Prefetto del Dipartimento del Mella in merito all'esistenza e al funzionamento di un istituto elemosiniero in quel comune, scriveva "nulla esistere". Faceva invece notare che "sino sotto il Governo veneto" era stato disposto un legato a beneficio dei poveri di Paderno dal conte Teodozio Foresti (1).

L'istituzione della Congregazione di carità di Paderno fu probabilmente deliberata nel corso di quell'anno: nello "Stato delle rendite delle spese degli stabilimenti di pubblica beneficenza nel Comune di Paderno" del 29 novembre 1808 si legge infatti che il servizio del "Monte di pietà composto da circa novanta somme di miglio quale si dispensa ogni anno a seconda del bisogno a povere famiglie mediante restituzione ogni anno [...] viene prestato dalla Congregazione di carità gratuitamente" (2).

A quella data dunque la Congregazione di carità di Paderno amministrava la beneficenza ai poveri e de era preposta al Monte di pietà (3).

Il Regno lombardo veneto sciolse le congregazioni di carità; ogni istituto caritativo assistenziale sarebbe tornato a reggersi da sé, attraverso un'amministrazione e una direzione proprie. Agli amministratori era affidata la gestione patrimoniale degli istituti, ai direttori la gestione interna, disciplinare e economica.

La congregazione di carità (1862-1937)

Le congregazioni di carità vennero ricostituite dopo l'Unità d'Italia, con le leggi 20 novembre 1859 e 3 agosto 1862.

La documentazione lacunosa non consente di indagare le vicende dell'opera pia di Paderno Franciacorta negli anni antecedenti alla seconda metà dell'Ottocento. Dei documenti conservati nell'archivio, i primi che consentono di indagare il funzionamento e gli ambiti di attività dell'istituzione risalgono alla seconda metà del secolo.

Secondo quanto si legge nel verbale dell'ispezione praticata nell'anno 1876, l'opera pia, "perché priva di locali, di mobilio, impiegati ecc.", non aveva un ufficio proprio ma si serviva "come d'ufficio d'altra delle sale comunali" (4). Non disponeva di "statuti e regolamenti d'amministrazione e di servizio interno. Le disposizioni testamentarie dei legati però più che sufficientemente suppli[vano] ad un tale difetto, e la pia opera ne prende[va] opportuna norma e regola" (5).

Allo stesso modo "dispense e sussidi ai poveri" erano "fatti a norma delle ottime disposizioni dei benemeriti fondatori dell'opera pia [...]" (6).

La documentazione rinvenuta, sebbene poco consistente e frammentaria, testimonia di alcune tipologie di intervento messe in atto dall'ente per rispondere ai bisogni della povertà a Paderno: la distribuzione di elemosine in denaro, indumenti, biancheria da letto, quest'ultima "per la separazione dei maschi dalle femmine" (7), ovvero impedire la promiscuità in famiglie di solito numerose. L'assistenza in denaro, oltre che in elemosine straordinarie, consisteva nella corresponsione di sussidi di baliatico alle puerpere indigenti impossibilitate ad allattare; ancora, l'ente somministrava gratuitamente i medicinali agli ammalati poveri, come testimoniano, tra l'altro, le numerose note delle spese sostenute dai farmacisti che effettuavano il servizio (8). Infine, in qualità di amministratrice del Monte grano, la Congregazione di carità di Paderno erogava granaglie a quei contadini che ne rimanevano sprovvisti durante le ricorrenti crisi produttive.

Per avere accesso alla beneficenza i ricorrenti dovevano essere domiciliati nel comune, tenervi lodevole condotta e essere indigenti. Sulla base di un elenco dei petenti redatto dal parroco la commissione amministratrice dell'ente stabiliva se ammetterli o escluderli (9).

In forza della legge Crispi del 17 luglio 1890 sulle opere pie, che allargò le funzioni dell'autorità pubblica nella sfera caritativo assistenziale, le funzioni delle congregazioni di carità si accrebbero e esse, già previste come enti amministratori dei beni destinati in maniera generica ai poveri, diventarono gli enti elemosinieri per eccellenza. Così fu anche per la Congregazione di carità di Paderno, fino quando, in forza della legge del 3 giugno 1937, non venne soppressa e le sue competenze passarono al nuovo Ente comunale di assistenza.

Note

(1) Archivio di Stato di Brescia, Fondo del Dipartimento del Mella, busta 63. Nello scritto in questione si legge che il legato era parte dell'eredità avuta dallo stesso dal conte Francesco Foresti e che il suo importo, prima della morte del Toedozio Foresti non era stato mai ripartito; il sindaco scrive che "comunemente si asserisce dover ammontare a milanesi lire italiane 22680 circa; l'importo delle quali esistevano in mano dei potenti a quali riuscì ingannare li poveri con l'esborso di sole milanesi italiane 1200 circa. Per cui dopo qualche tempo parte dei poveri rappresentarono le proprie ragioni alli ex consoli dei Quartieri quali annullarono la carta fatta dalli arbitratori e rimisero li poveri in primo stato di dire le proprie ragioni, dovendo poi depositare quanto avevano percepito. Tale condizione riesce impossibile da effettuarsi da gente che ha bisogno per vivere e che è miserabile. Sarebbe bene che esaminato l'affare e ritrovato giusto, fosse ordinato un carico sopra li possidenti per soccorrere li poveri".

(2) "Stato delle rendite delle spese degli stabilimenti di pubblica beneficenza nel Comune di Paderno" del 29 novembre 1808, in ibidem. Ancora, nel prospetto intitolato "Censimento delle Istituzioni di pubblica beneficenza e assistenza" del 10 settembre 1927, si legge che "non si ha notizia della data di fondazione" della Congregazione di carità, ma che "l'11 giugno 1809 si è fuso in essa il monte frumentario". In Archivio della Congregazione di carità di Paderno Franciacorta (da ora ACC), busta 6, fascicolo 7.

(3) Dell'archivio prodotto dal Monte grano di Paderno Franciacorta non rimane traccia. Quanto all'epoca della sua fondazione, da fonti indirette apprendiamo che "istituito anticamente", tuttavia al tempo della visita pastorale di San Carlo (1580) il grano che vi era depositato non era dispensato ad alcuno, in quanto un certo Giovanni Maria Palazzi che gestiva questa istituzione lo aveva "preso a proprio uso". Perciò "Non essendosi documentata la legittima costituzione" di quel Monte, esso veniva eretto da San Carlo in quell'occasione. Si veda a questo proposito Paderno Franciacorta dal Medioevo al Novecento, a cura di Gabriele Archetti, Provaglio d'Iseo, La Cartotecnica, 2004, pp. 148-149. Secondo quanto si legge in una minuta non datata indirizzata dalla Congregazione di carità alla Prefettura di Brescia l'istituzione del monte, "salutata come l'appoggio dei miserabili, la vera tavola di salvamento nel certo naufragio economico che dovevano fare i poveri negli anni di carestia [...] per molti anni invero corrispose alla generale aspettazione e fu di grande sollievo a innumerevoli famiglie cadute in grandi bisogni. Più tardi parte forse per mancanza di avvedutezza negli amministratori o forse come è più probabile, per scaltrezza di uomini maliziosi, il capitale veniva a trovarsi nelle mani [di] persone affatto insolvibili [...]. Per lo che di molto si scemò il grano destinato a beneficare i vari bisognosi, e non era più redimibile quello già dispensato". In ACC, busta 5, fascicolo 5. Nella lettera 24 marzo 1884 indirizzata dal presidente della Congregazione di carità alla Prefettura si legge che "dall'esame praticato al carteggio relativo al Monte grano, si riscontrò che sino Al 1840 quell'amministrazione si trovava affatto in male acque [...]. Il governo [...] lasciava libera la Congregazione di carità [...] a procurare l'esigenza delle partite arretrate in quel modo che le sarebbe stato possibile [...]. In ibidem, busta 5, fascicolo 6. Con decreto ministeriale 11 giugno 1885 il Monte grano venne invertito in Opera pia elemosiniera a favore degli infermi poveri.

(4) "Risultato descrittivo della praticata ispezione", ibidem, busta 5, fascicolo 2.

(5) Ibidem.

(6) Ibidem.

(7) Ibidem.

(8) Un avviso dei primi anni Venti del Novecento contiene le norme per la determinazione "di qualità di povero agli effetti dell'assistenza sanitaria gratuita e della gratuita somministrazione dei medicinali" . L'elenco dei poveri era formato, secondo i criteri espressi nell'avviso, dalla Giunta municipale, annualmente, sentito il medico chirurgo condotto. In ibidem, busta 2, fascicolo 3.

(9) Ibidem, busta 1, fascicolo 2

Compilatori
Gallotti Roberta, Archivista
Piroli Debora, Archivista