Giulio Provenzal, un chimico a servizio del ventennio

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Un ordine del Duce del 1933 incarica il Consiglio Nazionale delle Ricerche di raccogliere le prove del contributo dato dall’Italia alla civiltà del mondo: è Giulio Provenzal, chimico di Livorno, che si occupa della Raccolta documentaria dei primati scientifici e tecnici italiani.
Questo materiale deve dimostrare la superiorità scientifica e culturale dell’Italia sull’esempio del grande passato e in vista di nuove vittorie future.

Nelle oltre 2.900 cartelle che si trovano al Museo sono presenti tracce del lavoro di Provenzal : sue note manoscritte, bozze a stampa di suoi saggi, materiale iconografico trovato da lui e donato per implementare la documentazione. Molte sono le lettere inviate a parenti o discendenti di inventori e scopritori del passato per farsi mandare fotografie, opuscoli o bibliografie per meglio inquadrare le figure dei “geni italici”. Oppure sono i parenti stessi che scrivono a Provenzal per proporre il ricordo del loro antenato rivelando a volte aspetti nuovi o inediti di personaggi attivi nel mondo della scienza e della tecnica.

Breve biografia
Giulio Provenzal nasce a Livorno nel 1872, a tre anni si trasferisce con i genitori a Tunisi, dove frequenta gli studi primari e secondari, al termine dei quali rientra in Italia. Si iscrive all’Istituto di studi superiori, poi Università di Firenze, per conseguire la laurea in Chimica farmaceutica ed ha come maestri Ugo Schiff, Augusto Piccin e Paolo Mantegazza.
Nel 1894, a causa di motivi politico-economici, è costretto ad accontentarsi del solo diploma in farmacia e a rientrare a Tunisi, dove esercita la professione di farmacista.

Deciso a conseguire la laurea nel 1904 rientra definitivamente in Italia stabilendosi a Roma, nella cui università si laurea a pieni voti in Chimica, discutendo una tesi su “L’acido timotico e i suoi derivati” con i professori Cannizzaro e Paternò.
Continua la sua opera di pubblicista, affermandosi in campo scientifico con la redazione del «Bollettino di informazioni tecniche» dell’Istituto internazionale di agricoltura. Sempre in questo periodo comincia ad occuparsi di storia della chimica, pubblicando nel 1908 un articolo su Cesare Bertagnini nella «Nuova Antologia».

Si interessa anche di questioni politiche, difende gli interessi degli italiani in Tunisia e all’indomani della sconfitta di Caporetto, fonda la rivista «Il Nuovo Patto» (1918-1923) con il proposito di incoraggiare gli italiani al di sopra di ogni divisione di parte.
Alla costituzione del C.N.R. è uno dei primi ad essere chiamato e nel 1931 gli viene affidata la direzione della rivista «La Ricerca Scientifica».
Nel 1930 Provenzal, con Raffaello Nasini e Gino Testi, fonda l’Istituto italiano di storia della chimica, il cui organo ufficiale è la rivista «La Chimica».
Successiva, ma importante per dimostrare il valore della chimica italiana e dei suoi protagonisti, è l’opera Profili bio-bibliografici di chimici italiani, pubblicata nel 1938 con il contributo dell’Istituto Serono.

Nel 1938, con l’emanazione delle leggi razziali, Provenzal viene allontanato dall’impiego e dalla vita pubblica e durante l’occupazione tedesca è costretto a vivere di nascosto.
Dopo la Liberazione riprende la propria attività di studio e di ricerca fino alla morte, avvenuta a Roma nel 1954.

Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre 2015 [cm]