Dalle origini al XVIII secolo

Anno IV-IX sec.d.C.
L’area oggi occupata da piazza del Duomo è occupata da un complesso episcopale che si sviluppa a partire dal IV secolo d.C., cancellando antiche strutture pubbliche e abitazioni civili, fino a comprendere tra il V e il IX secolo d.C. più luoghi di culto, il palazzo vescovile e una serie stratificata di edifici di cui oggi sono conservate poche testimonianze. Attestata dagli scavi archeologici è la presenza di almeno due Cattedrali, Santa Maria Maggiore e Santa Tecla, e due Battisteri, San Giovanni alle Fonti e Santo Stefano alle Fonti.

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Disegno che ricostruisce il complesso episcopale che occupava l’area dell’attuale piazza del Duomo dal IV al IX secolo: 1 – Basiliche “vetus” e “minor”, con il Battistero ottagonale di Santo Stefano, risalenti agli inizi del IV secolo; 2 – Basilica “nova” o Santa Tecla, della metà del IV secolo; 3 – Battistero di San Giovanni alle fonti, della fine del IV secolo; 4 – Santa Maria Maggiore, nota dal IX secolo; 5 – Edificio triabsidato annesso al Battistero di San Giovanni alle Fonti, collocabile tra l’VIII e il IX secolo (da D. Caporusso, M.T. Donati, S. Masseroli, T. Tibiletti, “Immagini di Mediolanum: archeologia e storia di Milano dal V secolo a.C. al V secolo d.C.”, Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche di Milano, Milano, 2007)

1330-1385- Azzone Visconti
Gian Galeazzo Visconti Intorno al 1330 ha inizio la creazione della piazza dell’Arengo tra le Basiliche di Santa Maria Maggiore e Santa Tecla, con le demolizioni delle taverne collocate accanto alla cattedrale per creare lo spazio necessario alla formazione di un luogo utile alle attività mercantili da affiancare alle numerose botteghe che circondavano la Basilica di Santa Tecla. Alla morte di Azzone Visconti, nel 1339, i lavori per la realizzazione della piazza subiscono un notevole rallentamento, ma vengono ripresi nel 1385 da Gian Galeazzo Visconti, con la demolizione delle case del Vescovo e dei canonici e l’inizio dell’abbattimento del Battistero di San Giovanni alle Fonti, concluso nel 1394.

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L’assetto medievale della piazza del Duomo e il confronto con lo stato attuale (elaborazione R. Mastropirro, M.C.Palo)

12 maggio1386 – Arcivescovo Antonio de’ Saluzzi
L’arcivescovo Antonio de’ Saluzzi promuove la costruzione del Duomo, una nuova e più grande Cattedrale, nel luogo in cui si trovavano l’antica cattedrale di Santa Maria Maggiore e la Basilica di Santa Tecla. Per la costruzione del nuovo monumento si inizia ad abbattere prima Santa Maria Maggiore, la cui area viene occupata dal cantiere del Duomo di cui si conserva però la facciata per altri due secoli, poi, in un secondo momento, Santa Tecla.

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La Cattedrale di Santa Maria Maggiore in una stampa del 1619. Tale chiesa viene demolita sul finire del XIV secolo per fare spazio al Duomo, ma ne viene mantenuto il fronte che per altri due secoli costituirà la facciata del Duomo stesso (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. p. 2-111)

1458 – Francesco Sforza
Con la benedizione Papa Pio II, in seguito ad una bolla papale del 11 novembre, Francesco Sforza e la Fabbrica del Duomo ottengono il permesso per demolire la basilica di Santa Tecla (parzialmente ricostruita a partire dal 1481) per creare una grande piazza adatta alla grandezza e monumentalità del Duomo.

1467 Giunoforte Solari

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Una celebre miniatura, tratta da “Libro d’Ore Borromeo”, testo in latino con le preghiere dell’ufficiatura liturgica, raffigura la piazza del Duomo nel XV secolo, con la facciata di S. Maria Maggiore, ancora esistente e il coperto dei Figini sulla sinistra (costruito a partire dal 1467) (da Cristoforo de Predis, Libro d’Ore Borromeo, XV secolo)

Durante le demolizioni di Santa Tecla, Guiniforte Solari, ingegnere della Fabbrica del Duomo, inizia a costruire il nuovo coperto sulle fondamenta della navata della basilica e che era costituito da una fila di locali fronteggiati da un portico su colonne e archi a sesto acuto sopra i quali vengono costruiti due piani decorati con finestre in cotto. Il nuovo edificio porticato è chiamato “Portico dei Figini”, dal nome di Pietro Figino, nobile milanese, che commissiona l’opera.

1548 – Vincenzo Seregni
Alla metà del XVI secolo iniziano le proposte per la facciata del Duomo, ancora in costruzione e che presenta ancora l’antico fronte romanico di Santa Maria Maggiore, e, in coseguenza, i progetti per la sistemazione dell’antistante piazza. L’architetto della fabbrica del Duomo Vincenzo Seregni, che nel 1537 per il prospetto della Cattedrale propone una soluzione con due grandi torri angolari (non accettata), nel 1548 presenta un nuovo progetto per la piazza: davanti al Duomo è prevista una grande area quadrata realizzata demolendo, oltre a Santa Tecla, anche i coperti dei Figini e delle Bollette, il rione del Rebecchino, parte della Corte ducale, e porzioni dell’isolato posto tra la contrada dei Mercanti d’oro e quella dei Cappellari. L’unica opera realizzata tra quelle previste dal progetto è la demolizione della ricostruita Santa Tecla e dell’annesso portico del Paradiso, che dà la possibilità di creare una piazza più ampia e quadrata di fronte al Duomo.

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Progetto di Vincenzo Seregni per piazza Duomo, 1548, non realizzato (Milano – Castello Sforzesco. Biblioteca Trivulziana, Archivio storico, Raccolta Bianconi, Tomo II, A4057)

1567-1585 – Pellegrino Tibaldi

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Progetto di Pellegrino Tibaldi per la facciata del Duomo, 1571, non realizzato. Il fronte proposto presenta un’architettura ispirata al gusto “romano” che suscita numerose polemiche (Milano – Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. m. 8-12)

Carlo Borromeo, che nel 1565 si insedia nella Diocesi di Milano, chiama l’architetto Pellegrino Tibaldi da Roma e nel 1567 viene nominato architetto della Fabbrica del Duomo in sostituzione dell’anziano Seregni. Il Tibaldi, oltre che diversi interventi all’interno del Duomo, affronta anche il tema della facciata, proponendo nel 1571 un fronte in stile “romano”, in contrasto con tutte le strutture gotiche, suscitando diverse polemiche, tanto che il progetto, quando nel 1585 muore Carlo Borromeo e Pellegrino Tibaldi lascia Milano, non è ancora iniziato e viene abbandonato.

1585-1770 – Progettisti vari
Con l’abbandono del progetto del Tibaldi, il discorso riguardante la facciata del Duomo, cioè il grande fondale della piazza, si ripresenta periodicamente per quasi due secoli senza trovare soluzioni. Numerosi sono i progetti proposti, a iniziare da Francesco Maria Richino, voluto a dirigere la Fabbrica del Duomo da Federico Borromeo, che diventa arcivescovo di Milano alla morte di Carlo Borromeo.

All’inizio del XVIII secolo, l’architetto presenta una serie di soluzioni ispirate allo stile “romano” che provocano numerose discussioni, tanto che nel 1609 il Consiglio della Fabbrica decide di riprendere il disegno del Tibaldi, da riadattare con modifiche, ma i lavori sono interrotti a causa di problemi tecnici e finanziari. Nel 1638 Carlo Buzzi sostituisce il Richini e negli anni successivi presenta nuovi studi per il fronte che sono un compromesso tra l’architettura del Tibaldi, in conseguenza alle opere già iniziate, e il gotico originario.

Contemporaneamente alle sue proposte, ne sorgono altre ispirate al barocco, che si protraggono sino alla metà del ‘700 ad iniziare dal progetto di Francesco Castelli del 1650 sino ad arrivare agli studi di Filippo Juvarra del 1733 e del Vanvitelli del 1745. Questi progetti non hanno un esito positivo e il problema del completamento della facciata rimane insoluto. Intanto, nel 1769 viene ultimato il tiburio del Duomo, ad opera di Francesco Croce e, pochi anni dopo, sulla guglia maggiore della Cattedrale viene posta la celebre statua dorata dell’Assunta, che diventerà il simbolo di Milano.

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Proposte di Francesco Maria Richino per la facciata del Duomo, inizio XVIII secolo, non realizzate, ispirate al gusto “romano” (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. g. 3-40)

 

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Progetto di Carlo Buzzi per la facciata del Duomo, 1649, non realizzato. L’architetto propone una soluzione che tiene conto delle opere già realizzate del Tibaldi in stile “romano” e il gotico (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. m. 8 – 14a)

 

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Progetto di Francesco Castelli per la facciata del Duomo, 1650, non realizzato. Il fronte proposto è un ibrido tra il gotico e il “romano”, con colonne tortili e guglie di ispirazione barocca (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. m. 8-17)

 

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Progetto di Luigi Vanvitelli per la facciata del Duomo, 1745, non realizzato. (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. m. 8-19)

1773-1778 – Giuseppe Piermarini
Iniziano i lavori di ristrutturazione di Palazzo Reale sotto la direzione di Giusepe Piermarini, affiancato da Leopold Pollack. Il primo intervento significativo è la demolizione del lato del cortile d’onore verso il Duomo, creando la Piazzetta Reale che è più ampia della stessa piazza del Duomo. All’epoca, quindi, l’area adiacente al Duomo è caratterizzata da due spazi distinti: la piazza vera e propria, chiusa dal portico dei Figini e dal rione del Rebecchino, e la piazzetta Reale, ambedue con orientamento diverso rispetto agli assi della Cattedrale.

catasto

Confronto tra il Catasto Teresiano (1751) e la Carta di Giacomo Pinchetti (1801): la ristrutturazione di palazzo Reale ha portato alla demolizione del cortile d’onore e alla creazione della piazzetta Reale (Milano, Archivio di Stato di Milano – Catasto Teresiano. Mappe Copia XIX Secolo e Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. f.s. Pinchetti 1801)

Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio 2017 [Codex]