Archivio del Comune di Bormio, Quaterni inquisitionum sorte estiva 1611 25 26 28 settembre 30 ottobre 1611

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Persone
Caterina moglie di Pietro Dossi di Furva
Procedimento giudiziario
Pietro Dossi di Furva e la moglie Caterina, contro Nicola Cola di Furva, per ingiuria e aggressione (25 settembre - 30 ottobre 1611; 2 ottobre 1611)

Querela di Pietro Dossi di Furva a nome anche della moglie Caterina che è stata ingiuriata con l'epiteto infamante "strega" e percossa da Nicola Cola, dopo che quest'ultimo ha attraversato un suo campo con un fascio di legna.

1611. Die mercurii 25 mensis septembris.

Petrus del Dosso de Furva dedit securitatem manutenendi pacem etc. contra Nicolaum quondam Dominici de Cola de Furva.

Et pro eo fideiussor fuit ser Joannes Jacobus Murchius, obligando etc.

Die sabbati 28 mensis septembris.

Dictus Nicolaus dedit securitatem per modum ut supra contra dictum Petrum del Dosso.

Et pro eo securitas se constituit ser Martinus de Plazcastello, (1) obligando etc.

Die jovis 26 mensis suprascripti.

Coram dominis offitialibus Burmii comparuit Catarina, uxor suprascripti Petri del Dosso de Furva, se conquerendo ut sequitur contra Nicolaum quondam Dominici de Cola de Furva, videlicet: Ritrovandosi il detto Nicolò et io in casa dove tutti habitamo, dissi al detto Nicolò il perché fosse andato a traversare un nostro campo con legne, potendo egli andar per altre strade. Detto mi rispose: Che cosa dici tu, puttanaccia, stria che tu sei, che ti voglio mantenere che sei tale? Et havendo una sigure (a) (2) in spalla, con quella mi ha datto due volte al braccio sinistro, della parte di fuori, dove s'è visto la botta con qualche poca effusione di sangue. Et di più, il detto Nicolò disse che ne voleva anco accoppare uno, avanti ch'andasse via. Mi li risposi che era donna da bene et di honore et che non era di tal sorte. Né vi sono statte presenti persone alcune.

Et dedit securitatem manutenendi pacem et treguam etc., ac solvendi si erraverit etc. Fideiussor pro ea fuit Joannes Jacobus Murchius, obligando etc.

Die sabbati 28 mensis septembris.

Mandato prefatorum dominorum regentium, citatus fuit dictus Nicolaus Cola etc., qui dedit securitatem manutenendi pacem et treguam contra dictam Caterinam, ac solvendi si erraverit in causa dicte querele.

Et pro eo fideiussor se constituit ser Martinus de Plazocastello de Burmio, obligando etc.

Et super querela contra eum data respondit: Passava su per una stradella, la quale è appresso a uno campo dil detto Pietro, secondo loro dicono, (3) ma mi non sapeva niente, et la sua mogliere dil detto Pietro, insieme con sua figliola, dicevano al detto Pietro: O, sete pur da poco da non andar via a cacciarlo via con li sassi. Et essendo mi arivato su nella lobbia, qual è appresso al tablato dove stamo in comunanza, la detta Caterina et sua figliola mi corsero dreto con li escoti (4) per darme. Et io ritirandomi, me corsero dreto, et la detta Caterina volendo passar di sopra del fasso dilla legna che io haveva portato, cascò et puol essere che nel cascare se facesse male al braccio, perché mi non gli ho datto molestia né in detto né in fatto. Anci, mi lamento che me ha detto vilanie et iniurie.

Die jovis 3o mensis octobris est facta condemnatio.

(a) Segue cancellato: in mano.

(1) Plazcasc'tèl, località di Bormio in Dosso Rovina, sotto il castello di San Pietro, fatto abbattere da Giovanni Cane nel 1376. Poco sotto Plazocastello.

(2) Borm. sigùr, sem., cep. segùr "scure" (Longa 229).

(3) "Secondo quanto essi sostengono".

(4) Borm. ésc'cut "correggiato per battere il grano" (Longa 59). Deverbale a suffisso zero dal lat. excutere "scuotere, battere" (REW 2998 e REWS 2998).