Archivio del Comune di Bormio, Quaterni inquisitionum foglio allegato 25 giugno

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Persone
Domenica Pradella di Semogo, detta Castelera
Procedimento giudiziario
Inchiesta su Domenica Pradella di Semogo, detta Castelera, per stregoneria (7 novembre 1630 - 16 maggio 1632; 3 - 21 febbraio 1632; ...; 28 febbraio - 6 maggio 1633; 12 maggio 1632; 25 giugno ...)

La vicenda giudiziaria che vide protagonista Domenica Pradella è tra quelle più travagliate per coloro che in quegli anni sedevano in tribunale come giudici. La donna infatti fu rilasciata in un primo momento in quanto gravida e, quando si riaprì il procedimento dopo il parto, bisognò fare i conti con la Curia episcopale di Como che, in quel difficile frangente storico, contribuì non poco ad arginare gli eccidi delle streghe, anche perché il contrasto giurisdizionale per la competenza del tribunale a giudicare coloro che avevano peccato soprattutto contro Dio creava un terreno favorevole all'insediamento, allora molto contrastato dai maggiorenti bormini, del tribunale della Santa Inquisizione.

Domenica riuscì a scampare al tragico epilogo, che invece toccò a molti altri sventurati, accusati dello stesso reato, e la sua salvezza dovette essere vissuta dai giudici come un grande scorno in quanto, come racconta un testimone «lei e[ra] tenuta da tutto il popolo per tale (ossia strega) et era più mormorata che niuno di quelli sono statti giusticiati». Maria di Colombano Guerrini di Isolaccia ribadisce nella sua deposizione: «Quando dissero la messa nova del reverendo prete Nicolò Quadrio, io fui accanto la finestra della prigione di detta Domenica, et parlandogli gli dissi: Comare, se voi non sete stria, hanno fatto torto alla metà. Lei era piccolina piccolina, et era in concetto di esser stria sino allhora, et gli dicevano la striattola di quelli di Pradella».

Die 25 iunii.

Convocatum fuit consilium ordinarium in quo decretum fuit prout sequitur.

Essendo statta inquisita Domenica, quondam Vitale di Pradella di Semogo, per la imputatione de più malefitii per arte diabolica commessi, come alli processi in diversi tempi contra lei formati, stante massime le molte nominationi et denonciationi fatte da più persone malefiche, che li anni adietro furono giustitiate, d'haverla cognosciuta molte volte alli balli diabolici et havuta complice et compagna a più malefitii commessi, né essendo comparsa alle citationi et chiamate publicamente fatte della casa di sua habitatione col termine di tre giorni et alla piazza col termine di 8 giorni per scolparsi da detta imputatione, anzi per la fuga presa et per la contumacia resasi come per confessa et convinta, perciò dal molto magnifico conseglio considerati diligentemente in più congregationi essi processi, invocato il Nome santissimo di Dio, per sua deffinitiva sentenza ha ordinato che detta Domenica, come publica strega et malefica per tanti misfatti commessi, sia perpetuamente bandita da tutto il teritorio del Contado di Bormio per bando della vita, così dichiarando, che se per alcun tempo ardirà entrare dentro li detti confini, sia immediatamente presa et condotta al solito luoco di giustitia, ivi sia decapitata et il suo corpo incenerito, confiscando ogni et qualunque suoi beni mobili et immobili, quali liberamente aspettino alla Comunità.

Ancora fu tassato al molto illustre signor podestà, signori regenti, consiglieri, cancelliere et canevaro per l'audienze di quattro consegli, lire 2 per ciascheduno d'essi per conseglio, risservati il signor regente Marno absente et ser Bartholomeo Marno che non è intervenuto.

Ancora alli signori podestà, locotenente Alberto, regente Frangilossio, Francesco Settomino et a ser Gervasio Trabucho, consiglieri et al canevaro per andata fatta a Semogo per ricercare essa Domenica et per farla citare alla casa, lire 10 per ciascheduno.

Item a Nicolò et a Christoffero, servitori, lire 6 tra tutti duoi. Lire 66, soldi 10.
Item alli sudetti podestà, locotenente et regente Franchino, cancellario Zuccola et canevaro, lire 13 per ciascheduno per il processo formato in detta causa, et al cancelliere per la scrittura. Lire 4, soldi -.
Item a Nicolò servitore per 4 andate per citare testimonii lire 6, soldi 10. Lire 75, soldi 10.

Item al canevaro per la spesa de testimonii.

Item alli sudetti signori podestà, regenti, consiglieri, cancellieri et canevaro, lire 2 per uno per le due andate fatte alla piazza per chiamarla et per publicare l'antescritto bando.