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1706. Francesco Sforza al podestà di Pontecurone 1453 aprile 5 Milano.

Francesco Sforza, ricordando al podestà di Pontecurone che, su istanza di suo fratello Corrado, furono sequestrati a un fittabile dell'abbate di Molo cinquantadue lire, di cui l'abbate era debitore verso la Camera ducale, dispone che provveda che i fittabili diano a Corrado i denari dei fitti dell'anno in corso, se quelli dell'anno precedente fossero stati pagati ad altri.

Potestati Pontiscuroni.
Como tu sai, ad instantia del magnifico Conrado, nostro fratello, foreno sequestrate in le mane de fictabile del'abbate de Molo libre cinquantadoe, di quale esso abbate era debitore dela Camera nostra per casone de subsidio; pare mò ch'essi fictabile le habiano sborsato ad altri. Et perché essendo li dicti dinari sequestrati, non era conveniente che le sborsaseno altri, te commettiamo et volemo debii provedere che al dicto Conrado, overo a soi messi, siano sborsati dicti dinari per li prefati fictabili deli ficti del'anno presente, quando li ficti del'anno passato fosseno pagati ad altri. Et in questo non sia fallo né exceptione alcuna. Ex Mediolano, die v aprilis 1453.
Ser Irius.