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1592. Francesco Sforza a Leo da Viano 1451 febbraio 13 Lodi

Francesco Sforza vuole che Leo da Viano faccia una severa reprimenda ai provvisionati e ai balestrieri per il loro odioso comportamento con i dazieri della macina e li ammonisca che, se non righeranno dritto, darà loro un castigo che sarà d'esempio in tutta la Lombardia.

[ 408r] Leo de Viano.
Leo, nuy te mandiamo la inclusa littera che havimo havuta dali Maystri dele intrate dele lamente che gli fanno li datiarii dela macina deli boni tractamenti et deportamenti che fanno quelli nostri provisionati et balestreri che stanno in lo castello, dela qualcosa molto ne miravigliamo et dolamo et che tu non ne hai dato may adviso alcuno; et perché nuy non deliberamo de comportare questo per modo alcuno perché, oltra el mancamento che se ne porta, ne segue grandissimo damno ale intrate nostre, considerato che li dicti datiarii ne possono domandare restoro de questo facto como tu vederai in la littera de dicti Maystri, volimo che tu ti debbi retrovare cum li dicti provisionati et balestreri, cioè con cadauno da per sé, et digli et chiarescigli molto bene per nostra parte che loro non ni porriano fare cosa più grave et più molesta che tenere questi modi che loro tengono, et che non deliberamo per loro respecto farne inimici li cittadini de Mediolano et guastare le intrate nostre et che se loro tengono più questi modi, nuy farimo tale punitione et tale castigatione de loro che havirano fallato, che serrà exempio ad tucta Lombardia, et darimo ad intendere ad ogniuno che questi modi ne sonno molistissimi. Et de tucte queste cose volimo che te intendi cum li Maistri nostri dele intrate, advisandone continuo de ogni cosa che te accade. Laude, xiii februarii 1451.
Cichus.