Aspromonte (29 Agosto 1862)

Poiret, Vincent; Ronchi, Luigi

Aspromonte (29 Agosto 1862)

Descrizione

Identificazione: Battaglia dell'Aspromonte

Autore: Poiret, Vincent (1813 ca.- 1868), disegnatore; Ronchi, Luigi (notizie 1863-1900), litografo

Cronologia: post 1862 - ca. 1899

Oggetto: stampa

Soggetto: storia

Materia e tecnica: litografia

Misure: 545 mm x 420 mm (parte figurata)

Notizie storico-critiche: La litografia raffigura un episodio della battaglia dell'Aspromonte.
Dopo una breve navigazione notturna,Garibaldi, il 25 agosto 1862, sbarcò alla testa di tremila uomini in Calabria. Una squadra della Marina Regia era di vedetta. Non si sa cosa accadde all'uscita dal porto. Sicuramente, appena i volontari presero terra ed imboccarono la strada del litorale verso Reggio Calabria, vennero bombardati da una corazzata italiana, mentre le avanguardie furono prese a fucilate da truppe uscite da Reggio tanto da spingere Garibaldi a deviare per il massiccio dell'Aspromonte. In ogni caso il generale, che non voleva uno scontro, diede ordine di non rispondere al fuoco e proseguì per la montagna, lontano dai cannoni della Marina Regia e cercando di evitare di essere agganciato. La sera del 28 agosto la colonna raggiunse una posizione ben difendibile, nel territorio di Sant'Eufemia d'Aspromonte. Verso mezzogiorno del 29 agosto Garibaldi fu informato dell'arrivo di una grande colonna del Regio Esercito. Ma decise di rimanere ad aspettare la truppa. Schierò la colonna in ordine di battaglia, sull'orlo di un bosco, in posizione dominante. Ben disposti, i volontari osservavano la veloce marcia d'avvicinamento dei Bersaglieri, guidati da Pallavicini. Giunti a lungo tiro di fucile, Pallavicini dispose la truppa a catena, i bersaglieri davanti, ed avanzò risolutamente sui volontari. A quel punto il Generale corse di fronte alla propria linea e prese ad urlare di cessare il fuoco. Fu ubbidito dal grosso dei volontari. Negli altri settori, gli assalitori, non trovando resistenza, continuarono a salire sparando ed accadde l'inevitabile: Garibaldi, in piedi allo scoperto fra le due linee, ricevette due palle di carabina, all'anca sinistra e al malleolo destro. Nel contempo veniva ferito al polpaccio sinistro anche Menotti. Immediatamente dopo anche Ferrari venne colpito. Caduto il generale, i volontari si ritrassero nella foresta mentre i loro ufficiali corsero attorno al ferito. Anche i bersaglieri cessarono gli spari. Garibaldi, appoggiato ad un pino con in bocca un mezzo toscano, venne soccorso da tre chirurghi (Ripari, Basile e Albanese). Sopraggiunse dalle linee del Regio Esercito il tenente Rotondo a cavallo: senza salutare intimò a Garibaldi la resa. Il Generale lo rimproverò e lo fece disarmare. Intervenne allora il comandante colonnello Pallavicini che ripeté la richiesta, ma dopo essere sceso da cavallo, parlandogli all'orecchio e con la dovuta cortesia. Il Generale venne adagiato su una barella di fortuna, e trasportato a braccia in direzione di Scilla.
Nella stampa sono indicati il nome del disegnatore (Poiret) e del litografo (Ronchi).

Collocazione

Lovere (BG), Accademia di Belle Arti Tadini. Museo dell'Ottocento

Credits

Compilazione: Fracassetti, Lisa (2012); Malenza, Sarah (2012)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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