Battistero di S. Giovanni

Cantù (CO)

Indirizzo: Via San Vincenzo, 7 - Galliano, Cantù (CO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: battistero

Configurazione strutturale: Accanto alla Basilica, dedicata a San Vincenzo, sul colle sopra l'abitato. si ha l'edificio battesimale.. La sua erezione è contemporanea a quella dell'abside della Basilica, e la sua pianta manifesta la derivazione da quella del sacello di San Satiro in Milano. A Galliano compaiono però i matronei. Questi si affacciano sul vano centrale per mezzo di aperture scavate nel massiccio spessore. Lo schema del battistero è cruciforme; ad un vano quadrato, delimitato da quattro colonne isolate e da quattro archi perpendicolari che su di esse poggiano, sono addossate quattro ampie nicchie semicircolari. Si conclude con una cupola a spicchi La nicchia occidentale è aperta per ospitare l'ingresso, costituito da un locale coperto a crociera, a cui segue un vano più piccolo, rettangolare, che mette in comunicazione con l'interno vero e proprio, e dal quale si dipartono le scale d'accesso ai matronei. Questa forma d'ingresso "ad anticamera" non si trova nel vicino battistero di Mariano Comense.

Epoca di costruzione: sec. XI

Descrizione

Alta sul colle di Galliano (ora sobborgo di Cantù, ma in antico il rapporto era rovesciato), anche il battistero come l'adiacente basilica di S. Vincenzo, è indissolubilmente legata a una figura eccezionale di committente, di rango religioso e politico : Ariberto d'Intimiano. Divenuto vescovo aveva tutto l'interesse a dare importanza ad un territorio che gli aveva dato i natali e lembo estremo della Diocesi ambrosiana ai confini con quella di Como.
Attestata nell'area a sud rispetto alla basilica, a brevissima distanza dalla navata minore (oggi demolita), alla quale praticamente aderiva, presenta una pianta tetraconca preceduta da un breve atrio e articolata su due piani, con scale in spessore di muro di collegamento con le tribune, che ne accompagnano l'espansione planimetrica, esibendo all'esterno lisce superfici murarie. Il piano inferiore era destinato propriamente al rito del battesimo, con una grande vasca circolare (non a immersione) al centro, mentre al piano superiore, vero e proprio micro-matroneo, sono le tracce di tre altari in muratura per azioni liturgiche non ancora pienamente chiarite. Il coronamento, a cupola montata su trombe e iscritta in un tiburio (di cui costituisce la prima attestazione lombarda), si presenta particolarmente innovativo e testimonia la rapidità con cui le maestranze si impadronirono in pochi anni delle tecniche di copertura in muratura di superfici di media ampiezza (la resistenza alla copertura delle navate fu nel territorio assai forte, mentre a Milano comparve con le grandi ricostruzioni della seconda metà dell'XI secolo) Le pareti esterne presentano una modulazione ad archetti pensili binati, che in facciata si sviluppano in serie continua, come nella scomparsa specchiatura della canna del campanile. Si è voluto vedere nell'assetto distributivo un riflesso del San Satiro di Milano (IX secolo) - che pure costituisce un testimone intermedio - e, ancora più indietro, della cappella di San Aquilino (fine IV secolo), mentre parrebbe logico individuare la fonte primaria dell'impianto tetraconco nella stessa basilica di San Lorenzo (prima naturalmente della ricostruzione del 1075), prestigioso e perdurante modello, di cui viene ripresa a Galliano anche la transizione, nel piano superiore, al perimetro quadrato dell'invaso su cui è impostato il tiburio.

Notizie storiche

Ariberto d'Intimiano, in qualità di "custode" della basilica ne promosse la ricostruzione (1004 circa- 1007), e da arcivescovo di Milano (1018-1045), per sottolinearne il rango di capopieve, vi affiancò la mole, compatta e incongrua, del battistero.
Stretta così il più possibile la forbice cronologica tra le presunte "fasi" della basilica, da ritenersi piuttosto momenti di un unico, articolato iter progettuale, va attribuita a un momento di qualche anno successivo la grandiosa fabbrica del battistero. Essa non pone problemi cronologici sostanziali, trattandosi di una struttura di progettazione ed esecuzione omogenee e unitarie, che si può ritenere eretta nel periodo in cui Ariberto occupava la cattedra ambrosiana (1018-45).

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Credits

Compilazione: Leoni, Marco (2005)

Aggiornamento: Galli, Maria (2009); Ribaudo, Robert (2013)

Descrizione e notizie storiche: Cassanelli, Roberto

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

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