Borghi di Lombardia: Vigevano (PV)

 

Cittadina della Lomellina nord-orientale sorge sulla sponda destra del Ticino; il suo nucleo storico è totalmente costruito all’interno di un compatto impianto medievale sul quale si innesta la forma urbana rinascimentale che rispecchia i modelli di intervento quattro-cinquecenteschi, caratterizzati dall’introduzione di nuovi importanti spazi urbani.

Nel cuore della città, Piazza Ducale (1492-94), primo esempio di spazio architettonico unitario, organizzata su portici come una rilettura dei chiostri medioevali, è una delle più famose e affascinanti piazze d’Italia.

Piazza Ducale

Piazza Ducale, portici

“Ogni volta provoca un senso di scoperta e di meraviglia; è tra le piazze più stupende d’Italia”. Così scriveva Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia del 1957. La grande piazza porticata è un gioiello del rinascimento, situata nel cuore di Vigevano, ai piedi del Castello, è il risultato di un progetto unitario voluto da Ludovico il Moro e realizzato in soli tre anni, allo scopo di creare un maestoso ingresso al Castello, residenza della corte sforzesca. Modificata nel seicento, all’epoca del rifacimento della facciata del Duomo, è oggi uno spazio scenografico di grande fascino ed armonia.

Duomo

Ha una forma rettangolare allungata di 134 x 48 metri ed è circondata su tre lati da portici ad arcate, sorretti da 84 colonne con capitelli lavorati a diverse fatture. Finestre a centina si aprono nel piano nobile e oculi illuminano il piano superiore. Tutti i prospetti sono rivestiti di una vivace decorazione pittorica, ripristinata all’inizio del Novecento su tracce antiche. Sotto i porticati si affacciano negozi e bar che un tempo ospitavano botteghe di drappi di lana. Sul lato orientale fa da sfondo la maestosa facciata barocca del Duomo che con la sua forma concava abbraccia la grande piazza.

Dietro il lato Sud si eleva imponente la Torre del castello, dove in origine i portici si interrompevano e una lunga rampa dal centro della piazza conduceva alla reggia sforzesca. Oggi al suo posto c’è una scalinata che da sotto il porticato sale al castello. Nel Cinquecento, due archi trionfali posti allo sbocco delle vie nella piazza ne segnavano l’ingresso, cancellati dalle modifiche seicentesche, oggi se ne conserva l’apparato decorativo le cui linee evocano la forma originaria.

Notizie storiche della piazza

Voluta da Lodovico il Moro per riqualificare il borgo di Vigevano e creare un maestoso ingresso alla residenza ducale, fu realizzata tra il 1492 e il 1494 in una zona centrale adiacente al castello, nei pressi del palazzo comunale e della cattedrale, là dove già esisteva una “contrada mercantesca” in parte porticata. Vennero espropriate e demolite diverse case e negozi per impostare un ampio spazio rettangolare limitato su tre lati da edifici porticati con archi su colonne in serizzo che integrarono al loro interno il palazzo comunale. Allo sbocco delle vie d’accesso alla piazza si inserivano due grandi archi trionfali situati di fronte alla chiesa e al Castello e una lunga rampa, dal centro della piazza raggiungeva la torre e la residenza Sforzesca, interrompendo la sequenza dei portici.

Una ricca ornamentazione a fresco con motivi all’antica trasfigurava illusionisticamente le pareti di questa straordinaria piazza-salone, con trabeazioni, fregi e colonnine a candelabra. Il risultato fu una complessa operazione urbanistica, che diede vita ad un progetto unitario di spazio architettonico secondo il modello antico dei chiostri medioevali.

Il progetto dell’opera è attribuito a Bramante, architetto ducale presente a Vigevano in quegli anni, anche se non vi sono fonti che ne provano la paternità ed è verosimilmente affiancato nella realizzazione da maestranze locali. Nel Seicento, per iniziativa del vescovo Caramuel, si eseguirono interventi che modificarono l’unità formale della piazza e la sua capacità quasi teatrale di coinvolgimento visivo.

Una nuova facciata barocca regolarizzò la posizione originariamente obliqua della Cattedrale, e la demolizione della lunga rampa di accesso al castello, sostituita dall’attuale scalinata, conferì maggior profondità alla piazza risarcita su tutti i lati dei portici, con la rimozione dei due archi trionfali. Il rifacimento della pavimentazione e il recupero della decorazione pittorica delle facciate furono eseguiti a metà Ottocento e agli inizi del Novecento.

Il Castello e la Torre del Bramante

Palazzo Ducale

All’angolo sud-ovest della piazza una lunga scalinata in pietra, passando sotto la Torre del Bramante, conduce al cortile del Castello che sorge nella parte più alta della città e costituisce uno dei complessi cittadini fortificati più grandi d’Europa e oggi ospita i Musei Civici intitolati alla poliedrica figura di Luigi Barni (1877-1952), pittore e restauratore vigevanese, Ispettore Onorario dei Monumenti, degli Scavi e degli Oggetti di Antichità e d’Arte della Provincia di Pavia, che contribuì significativamente alla nascita e alla crescita delle collezioni d’arte oggi esposte.

I Musei sono costituiti da tre significative collezioni permanenti; la Pinacoteca Civica “Casimiro Ottone”; il Museo Internazionale della Calzatura “Pietro Bertolini” e il Museo dell’Imprenditoria Vigevanese.

Palazzo Merula

Ospitato quest’ultimo nel seicentesco palazzo Merula, le altre due collezioni sono invece ubicate al primo piano delle Scuderie Ducali del Castello Visconteo Sforzesco, tra i più grandi e straordinari complessi fortificati d’Europa.

Nella Pinacoteca Civica, dedicata a Casimiro Ottone, pittore vigevanese di inizio Novecento famoso anche per aver realizzato il restauro degli affreschi di Piazza Ducale, sono esposte opere che coprono un arco cronologico dal XV al XX secolo, maggiormente rappresentate da dipinti dell’800 e del ‘900, di autori vigevanesi e di fama nazionale.

Pinacoteca Civica

Il Museo della Calzatura comprende numerosi esemplari originali che spaziano dalla celebre pianella di Beatrice d’Este a estrosi modelli di stilisti affermati.

Museo della calzatura

Il Museo dell’Imprenditoria documenta lo sviluppo economico di Vigevano e del suo territorio, con particolare riferimento ai settori tessile, calzaturiero e meccanico. Negli spazi museali vengono organizzate prestigiose mostre temporanee, avviati numerosi progetti di carattere culturale finalizzati alla promozione delle collezioni, promossi incontri e conferenze, attivati percorsi e laboratori didattici dedicati alle scuole, ai disabili e alle famiglie. L’obiettivo delle tre strutture è quindi quello di valorizzare e far conoscere le collezioni e la cultura del territorio, ma anche garantire ai visitatori una varietà di eventi e offerte di respiro nazionale e internazionale.

Il grande cortile poligonale del “piazzone” è delimitato dalle scuderie e dalla falconiera, ai quali si aggiunge la possente struttura del Palazzo Ducale e direttamente collegato con esso la Loggia delle Dame e a nord la strada coperta, lungo passaggio che, scavalcando l’abitato, mette in comunicazione il castello con la più bassa Rocca Vecchia, nota come Cavallerizza.

Falconiera

L’aspetto attuale del Castello si deve principalmente all’intervento di Ludovico il Moro, che alla fine del XV sec. lo ammodernò, introducendo nuovi edifici progettati o ristrutturati da Bramante.

Dal Castello partono le strade radiali con andamento curvilineo sulle quali si innestano i primi insediamenti medievali che, assieme alla piazza e al castello stesso, costituiscono il nucleo storico del borgo. Uscendo da Piazza Ducale si percorre via del Popolo che aggira il Castello fiancheggiata da palazzetti borghesi ottocenteschi e si giunge al complesso domenicano di S. Pietro Martire. Fondato nel 1363, conserva il campanile ottagonale e il transetto gotico, mentre la parte anteriore è stata rifatta da Gaetano Moretti nel 1918.

Da qui si raggiunge via del Terraggio che conserva il tratto superstite della cinta difensiva sforzesca fino a incrociare corso della Repubblica, la strada più animata della città, in fondo alla quale è possibile ammirare Palazzo Sanseverino (1492), costruito in forma di fortezza a cavallo delle mura quasi in contrapposizione alla Rocca Vecchia e oggi fortemente alterato nelle facciate esterne. Proseguendo lungo il tracciato delle mura si incrocia via Dante dove sorge la Chiesa di S. Francesco (XIV-XV sec.), con facciata in stile gotico rifatta da Gaetano Moretti nel 1910. A sud della città, sorge il borgo della Sforzesca, vasta tenuta di caccia e tenuta agricola modello, con canali d’irrigazione e molini ad acqua ideati da Leonardo, ospite della tenuta alla fine del Quattrocento.

Notizie storiche del borgo

Originata probabilmente da un accampamento militare romano posto nei pressi di un importante guado sul Ticino, le prime testimonianze storiche di Vigevano risalgono all’epoca longobarda quando accoglie le popolazioni dei villaggi vicini che si radunano per difendersi dalle scorrerie barbariche. Nel X sec. la città ha il carattere di un il borgo incastellato, stratificando le successive espansioni in parte sopra questo primo palinsesto tardo medioevale, in parte secondo sviluppi adiacenti ai primi insediamenti e infine secondo sviluppi autonomi.

Nel corso del XII sec. il borgo cresce fino a espandere le proprie funzioni dal castello alla nuova piazza pubblica sorta a nord dello stesso, che comincia dal tardo medioevo ad assumere quel ruolo di centro cittadino che tutt’ora mantiene. Tra XIII e XIV sec. la città si sviluppa secondo uno schema avvolgente caratterizzato dalla crescita intorno al fulcro del castello. Con l’avvento delle signorie, Vigevano diventa feudo dei Della Torre, poi dei Visconti e infine, tra il 1450 e il 1535, degli Sforza, periodo in cui raggiunse il suo massimo splendore, divenendo residenza ducale e centro di rilievo per la lavorazione dei panni di lana e di lino.

A Luchino Visconti si può attribuire l’inizio di una nuova fase di ampliamento e ristrutturazione della forma urbana (XIV sec.), durante la quale vengono avviati importanti interventi culminanti nella costruzione delle mura (“terraggi”), della Rocca Vecchia (1341), della Strada Coperta e nel potenziamento del Castello, mentre la piazza d’armi viene smantellata in modo da permettere la costruzione del Palazzo Ducale e assumere il ruolo di corte privata. Tale ondata di rinnovamento cambia il volto del borgo medioevale, attribuendo alla città le caratteristiche di una piazza unica alla scala urbana che trova il suo apice nel Seicento.

Strada Coperta

Queste opere trovano seguito nelle grandi trasformazioni eseguite nella seconda metà del XV sec. da Ludovico il Moro, grazie al quale la città gode dell’apporto di grandi artisti rinascimentali come Leonardo e Bramante. Ludovico il Moro lascia un’impronta decisiva con l’avvio della costruzione della Piazza Ducale e l’ampliamento del Castello, utilizzando la tecnica urbanistica rinascimentale, anticipando le nuove prime forme urbane moderne: sventramenti, allineamenti, slarghi, prospettive e ampliamenti autonomi. La realizzazione della Sforzesca, vero e proprio esperimento di innovazione agricola, chiude il cerchio degli interventi rinascimentali in grado di dare alla città un volto unico.

Verso la fine del Quattrocento Bramante inizia a trasformare il maggiore spazio aperto pubblico della città nella splendida Piazza Ducale, con l’intento di costruire un nuovo “foro” caratterizzato dall’ampiezza degli spazi, uniformità dei fronti e raffinatezza delle decorazioni. Piazza Ducale assume forma definitiva nel 1680 con la costruzione della facciata barocca del Duomo, studiata in modo da mascherare l’eccentricità della chiesa. L’annessione al Regno di Sardegna (1745) porta al fiorire dell’industria tessile e manifatturiera, in particolare la produzione di calzature e macchinari per i calzaturifici, tuttora settore trainante dell’economia cittadina.

La costruzione nel 1854 della ferrovia Vigevano-Mortara, prolungata fino a Milano nel 1870, determina l’ultimo importante atto di sviluppo insediativo, pur generando di fatto una divisione in due parti della città con il nucleo più compatto pregiato a nord-ovest e l’espansione insediativa a sud-est. La fioritura economica trainata dal settore calzaturiero porta alla costruzione sparsa di grandi ville urbane, caratterizzate da volumi compatti e ampi giardini, e di numerosi teatri in corso Vittorio Emanuele che diviene la strada della borghesia cittadina. Nel dopoguerra, i Piani Regolatori non bastano a contenere uno sviluppo urbano che solo grazie all’istituzione del Parco del Ticino non presenta significativi margini di sfrangiamento.

Il testo è tratto da BellaLombardia. L’app è disponibile per dispositivi con sistema operativo Android e iOS ed è scaricabile gratuitamente da Google play e App Store (momentaneamente non disponibilie).

Architetture

 

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Pubblicato: 29 Agosto 2018 [cm]