Lombardia Beni Culturali
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Breve investiture

1128 giugno, Brescia.

Lanfranco diacono, officiale della chiesa di S. Daniele - sita all'interno del complesso monastico di S. Giulia -, investe in perpetuo Roza, figlia di Ottone detto Pesacarne, di due tavole di terra site in Brescia, nel luogo ove dicesi Castellum, al fitto annuo di dodici denari milanesi da pagare a s. Pietro <29 giugno> oppure otto giorni prima o dopo.

Originale, ASMi, AD, pergg., cart. 83 (fasc. 40a) [A]. Regesto Astezati, pp. 208, 297. Altro regesto, Catalogo, III, fasc. 61. Nel verso, tracce di scrittura inintelligibili anche con l'ausilio della luce di Wood; di mano del sec. XIV: In civit(ate) Brixie; altre annotazioni di epoca moderna, fra cui segnatura Astezati: B fil. 2 n. 11.

Cf. MENANT, Campagnes, p. 727 (nota 218); ANDENNA, Il monastero e l'evoluzione urbanistica, pp. 93 (nota 4), 94.

La pergamena, alquanto usurata, presenta uno scolorimento dell'inchiostro soprattutto nella parte centrale, oltre ad alcune abrasioni accidentali che a volte hanno provocato la caduta di alcune lettere. Le due diverse serie di forellini, visibili nei margini superiore e inferiore, denunziano la congiunzione di questa ad altre pergamene: una prima serie, che si estende per un breve spazio nel margine alto e basso; una seconda serie, costituita da forellini più grandi di quelli precedenti, presente solo nella banda inferiore ma estesa su tutta la sua lunghezza.
L'omissione del giorno del mese trova un parziale rimedio con la segnalazione di quello della settimana (lunedì), consentendoci una delle seguenti opzioni: 4, 11, 18, 25.
È stato ampiamente delineato da Andenna il processo di sviluppo edilizio iniziato nel castello di Brescia, intorno agli anni venti del XII secolo, e incoraggiato dai chierici di S. Daniele, i quali, proprietari della terra precedentemente acquistata (cf. per es. doc. n. 105) e divisa in lotti di circa due tavole l'uno, ricevevano un affitto annuo per il suo uso dagli enfiteuti che vi avevano edificato le loro case. Questo sviluppo urbanistico, non si arresta di fronte all'incendio che colpisce Brescia nel 1144, ma, come dimostra il breve investiture del 1169 gennaio 15 (doc. n. 194), procede con la ricostruzione delle abitazioni; tuttavia il conseguente aumento del valore del suolo tenuto in enfiteusi induce alcuni proprietari di immobili, confinanti con i beni di S. Giulia e di S. Daniele, ad impadronirsi di fatto delle costruzioni appartenenti al cenobio, come dimostrano la sententia del 1169 giugno 22 (doc. n. 199), e i <dicta testium> del 1169 agosto 1 (doc. n. 200).

Die lunę qui fuit de mense iunii. In monasterio Sanctę Iulię. Presentia bonorum hominum quorum | nomina subter leguntur (a), per lignum quod in sua tenebat manu Lanfrancus diaconus, officialis ęcclesię Sancti | Danielis scite in s(upra)s(crip)to monasterio, cum conscilio presbiteri Azonis, investivit Rozam (b), filiam Ottonis | qui d[icitur] (c) [P]esacarne, idest nominative de duabus tabulis de terra (d) iuris ipsius ęcclesię que iacet in civitate | Brixia, in loco ubi dicitur Castellum; coheret ei: a mane ipsius ęclesię (e) et a monte via, a meridie Albertus de Savalo, a ser(a)Cuzol[e]. | Eo videlicet modo fecit hanc investituram ut ipsa Roza (f), aut cui ipsa (g) dederit, habeat et teneat ia(m)dic|tam (h) terram perpetualiter et faciat ex ea quicquid eis oportunum fuerit, et persolvere exinde debet in omni (i) anno | in festivitate sancti Petri de mense iunii, octo dies ante[a] vel oct[o] p[ostea au]t in [i]ps[a] die, denarios Mediola|nenses duodecim, dato et consignato ficto per s(upra)s(crip)tam Ro[za]m aut per (j) suum missum vel per illum cui ipsa | dederit s(upra)s(crip)to Lanfranco aut suis successoribus aut suo misso. Et si ia(m)dicta Roza vendere | debet ia(m)dictam terram, tunc appellare debet s(upra)s(crip)tum Lanfrancum vel (k) suos successores, et dare debet eis minus | duodecim denariis qu[a]m alii, si emere voluerint; si vero emere noluerint, potestatem habeat dandi (l) | alteri per parabolam s(upra)s(crip)ti Lanfranci suor[umque] successorum (m), scilicet ad fictum reddendum. Et insuper non debet ipsa habere | potestatem iudicandi alii ęcclesię nisi ipsi ęcclesię Sancti Danielis. Penam vero inter se promiserunt s(upra)s(crip)tus Lanfrancus | et s(upra)s(crip)ta Roza per se et per suos successores ut si quis eorum non (n) observaverit ea qualiter supra l(eguntur), inintegrum, | co(m)ponat pars parti fidem servanti viginti et quattuor denarios nomine penę; et post penam | solutam breve maneat in suo robore. Unde duo brevia in uno tenore scripta (o) sunt.
Anno ab incarnatione d(omi)ni nostri Iesu Christi millesimo centesimo vigesimo octavo, indiçione sexta.
Ibi fuere Belencionus filius Aponis et Lanfrancus Grep et Teudaldus Ferarius et Patricus filius Guui|lielmi (p) et Ioh(anne)s Malioc (q) testes.
(SN) Ego Albertus notarius rogatus hoc breve scripsi.


(a) Il secondo gambo di -n- corr. da t erroneamente anticipata, come pare.
(b) Rozam inserito successivamente dal rogatario nello spazio bianco predisposto in modo superiore al necessario, qui e in seguito, nei diversi casi della flessione.
(c) A d(icitu)r con -r e il segno abbr. deperditi a motivo di un'abrasione accidentale che ha coinvolto anche la p- della parola successiva.
(d) de t(er)ra nell'interlineo.
(e) ipsi(us) ęcl(esi)ę nell'interlineo.
(f) A Rozam con -m espunta.
(g) -a forse corr. da e.
(h) La seconda a corr. da u.
(i) -i corr. su rasura di b per omnibus.
(j) A p(er) con p- forse corr. da altra lettera.
(k) s(upra)s(crip)tu(m) Lanfrancu(m) v(e)l su rasura.
(l) Segue abrasione forse dovuta a cause accidentali e che non sembra aver coinvolto nessuna lettera.
(m) successor(um) nell'interlineo in corrispondenza di heredu(m), cassato mediante sottolineatura; di seguito, nell'interlineo, et (nota tironiana) eraso: la congiunzione serviva a coordinare i due termini dell'endiadi ma è stata annullata dopo aver cassato il secondo di essi.
(n) A n(on) con n su rasura di due lettere, forse o ed occhiello di b, erroneamente anticipate.
(o) scripta da scripsi mediante espunzione della seconda s, correzione di -t- da i nonché aggiunta, di seguito nel rigo, di a finale.
(p) Così A.
(q) Non si può escludere la lettura Mahoc.

Edizione a cura di Irene Rapisarda, Gianmarco Cossandi
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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