Pio Albergo Trivulzio (1767 -)

Sede: Milano

Progetto: Archivio di Stato di Milano: Anagrafe degli archivi (guida on-line)

Il Pio Albergo Trivulzio nasce ad opera del principe Antonio Tolomeo Trivulzio (1692 - 1767) il quale, con testamento del 23 agosto 1766, istituisce e nomina erede universale l'Albergo dei poveri; il dispaccio d'approvazione di Maria Teresa fu emanato nello stesso anno ma solo nel 1771 i ricoverati iniziarono ad essere accolti.
Nel 1767, alla morte del principe Trivulzio, gli esecutori testamentari, l'arcivescovo di Milano Pozzobonelli, il vicario di San Sepolcro Bollani, il presidente del Senato Corrado de Oliveira e il regio economo Michele Daverio, si occuparono della riorganizzazione delle proprietà e dell'adattamento a ricovero del palazzo principesco, in contrada della Signora. Nel testamento si davano precise disposizioni circa l'organizzazione e l'amministrazione dell'ente che doveva essere retto da "11 deputati e da un priore, la cui nomina spettava al Presidente del Senato, al Vicario di provvisione e all'Arcivescovo".
Fin dalla sua fondazione, il Pio Albergo Trivulzio fu arricchito da una donazione di Maria Teresa costituita da "un'annua entrata di 5000 lire sul ricavato delle elemosine della soppressa Certosa di Pavia"; nel 1772 fu aggregata l'Opera Pia Sartoria e tutti i suoi beni.
Nel 1784, l'imperatore Giuseppe II, sciolse i Capitoli dei deputati, composti da ecclesiastici e nobili reggenti gli istituti, e pose alla direzione dei pii istituti una Giunta per le Pie Fondazioni, retta da amministratori di nomina regia.
Il Pio Albergo Trivulzio, al momento delle riforme giuseppine, non era ancora retto da un capitolo ma dagli esecutori testamentari; s'instaurò pertanto un rapporto di collaborazione fra la Giunta e l'unico degli esecutori testamentari ancora in vita, Michele Daverio, il quale nel 1785 fu nominato amministratore gratuito.
Nel 1786, il controllo esercitato dalla Giunta si estese a tal punto da consentire a Giuseppe II la soppressione delle Opere minori, aggregate ai Luoghi Pii esistenti: fu pertanto unito al Pio Albergo Trivulzio il soppresso Ospitale de' Vecchi di Porta Vercellina e, nel 1787, il Luogo Pio Pertusati di Pavia, disaggregato tuttavia dopo quattro anni.
Nel 1791, Leopoldo II restituì i poteri decisionali ai Capitoli dei deputati dei luoghi pii; il Pio Albergo costituì il proprio Capitolo, adoperandosi per la stesura del primo regolamento.
Il regolamento organico fu sottoposto all'attenzione del governo austriaco e approvato nel medesimo anno: in esso erano stabilite le cariche amministrative e i rispettivi compiti, l'organizzazione del personale ausiliario, le regole sanitarie e morali a cui dovevano attenersi dipendenti e degenti, una breve storia dell'ente e il testamento del Trivulzio.
Con l'entrata di Napoleone in Milano (1796), furono aboliti nuovamente i Capitoli a favore della creazione di commissioni di cittadini retribuiti.
Nel 1807 fu costituita la Congregazione di Carità, un'istituzione centrale, retta da un prefetto del dipartimento, deputata all'amministrazione di tutti gli enti assistenziali, suddivisi in tre sezioni: ospedali; ospizi e orfanotrofi; enti elemosinieri e monti di pietà.
Il Pio Albergo Trivulzio, l'Orfanotrofio Maschile detto dei Martinitt e l'Orfanotrofio Femminile della Stella furono compresi nella seconda sezione e retti dalla Congregazione fino al suo scioglimento, avvenuto con decreto regio 29 agosto 1825, quando la direzione di questi enti fu affidata a singoli direttori uniti in un'unica amministrazione.
Con decreto reale del 30 agosto 1863, attuativo del regio decreto 3 agosto 1862, n. 753, il Pio Albergo Trivulzio e gli Orfanotrofi maschile e femminile, furono amministrati da un unico organo sostitutivo del soppresso amministratore unico, il Consiglio degli Orfanotrofi e Luoghi Pii, denominato dai primi anni del Novecento, Consiglio degli Orfanotrofi e del Pio Albergo Trivulzio, dotato di poteri amministrativi e direttivi.
Il Consiglio s'impegnò nella redazione di uno statuto per ciascuno dei tre enti eretti in enti morali, e di un regolamento unico per la gestione finanziaria.
Con i rincari alimentari e le notevoli spese per l'adattamento dell'edificio nel quale risiedeva il Pio Albergo, venne a crearsi una situazione di disagio economico, colmata con la decisione governativa di accogliere ricoverati a pagamento.
Dal 1890 fu inoltre eliminata la clausola del regolamento del Pio Albergo Trivulzio e dei due Orfanotrofi che impediva il ricovero di non residenti nella città murata. Tuttavia, con l'aumento dei degenti, si rese necessario l'ampliamento dello stabile. Quest'esigenza fu sanata nel 1910 dal trasferimento del Pio Albergo Trivulzio in un edificio costruito a nord, sulla strada per Baggio (donde il nome Baggina).
Fu inoltre stipulata una convenzione col Comune di Milano per il ricovero di malati cronici.
Nel 1915, con l'inizio della guerra, parte dell'edificio fu messo a disposizione come ospedale militare di riserva, con un compenso per ogni ricoverato di due lire al giorno.
I degenti ospitati, eccetto quelli del Comune, furono trasferiti nell'Orfanotrofio Maschile dei Martinitt, nel convento di San Pietro in Gessate, nelle residenze estive di Canzo e di Maresso.
Tale periodo fu estremamente difficile, a livello economico, per il Pio Albergo Trivulzio, la cui reggenza amministrativa dovette alienare molti possessi e ridurre l'organico dei collaboratori.
Il Pio Albergo tornò alle sue finalità originarie solo nel 1921, quando, esaurita la funzione di ospedale militare, divenne succursale dell'Ospedale militare principale.
Nel 1923, con l'avvento del governo fascista, l'istituto fu coinvolto nell'ondata di rinnovamento degli enti d'assistenza, e trasformato in un'istituzione pubblica d'assistenza e beneficenza, accettando, insieme con San Pietro in Gessate, la Stella, ecc. sovvenzioni per l'accoglienza di malati reduci o poveri.
Durante la seconda guerra mondiale, l'ente fu colpito dai ripetuti aumenti dei costi e subì il periodo di maggior crollo economico.

Bibliografia
- Trivulzio, Martinitt e Stelline = Trivulzio, Martinitt e Stelline, a cura di P. BISCOTTINI, Milano 1990

Fonti
- regio decreto 3 agosto 1862, n. 753, Legge sull'amministrazione delle opere pie (= r.d. 753/1862)
- regio decreto 30 agosto 1863 (= r.d. 30 ago 1863)
- regio decreto 29 agosto 1825 (= r.d. 29 ago 1825)

Compilatori
prima redazione: Bernini Daniela, archivista (1998/12/10)
revisione: Regina Marina, archivista (2004)