Magistrato straordinario (1541 - 1749)

Sede: Milano

Tipologia ente: preunitari

Condizione giuridica: pubblico

Progetto: Archivio di Stato di Milano: Anagrafe degli archivi (guida on-line)

Sino all'avvio delle riforme settecentesche, l'amministrazione finanziaria dello Stato di Milano, era affidata a un ufficio centrale, i Maestri delle entrate, organizzato in due sezioni: i Maestri delle entrate ordinarie e i Maestri delle entrate straordinarie.
Tra le attribuzioni riconosciute al Magistrato straordinario, rientrava la gestione dei beni patrimoniali del principe e dei cespiti di reddito straordinari quali feudi, regalie, confische, condanne pecuniarie; le eredità vacanti; la pulizia di laghi e fiumi regali; importanti funzioni di carattere economico, come il controllo sulle esportazioni di generi di prima necessità.
Secondo quanto stabilito e ribadito dalle Novae Constitutiones, il Magistrato straordinario, come quello ordinario, si componeva di un presidente e sei questori - tre dottori e tre maestri di cappa corta - e, data la vastità delle materie trattate e l'ampiezza della sua area giurisdizionale, aveva alle dipendenze una folta schiera di funzionari. Ad esso, dal 1563, fu aggregato l'Ufficio delle biade, assumendo giurisdizione in materia annonaria.
Con editto 30 aprile 1749, si pubblicò una "nuova pianta delle magistrature riformate" (editto 30 apr 1749) sulla cui base l'imperatrice Maria Teresa ordinava l'unione del Magistrato ordinario e straordinario in un unico organismo, il Magistrato camerale (Civita, profilo "Magistrato straordinario (1541 - 1749)", risorsa Internet verificata il 01/09/2005).

Bibliografia
- CIVITA = PROGETTO CIVITA, Le istituzioni storiche del territorio lombardo - scheda descrittiva ad vocem

Fonti
- AS MI, Atti di governo, Censo parte antica, b. 7, "Nuova pianta delle magistrature riformate", editto 30 aprile 1749 (= editto 30 apr 1749)

Compilatori
prima redazione: Saita Eleonora, archivista (1999/10/13)
rielaborazione: Regina Marina, archivista (2005)