Blevio, Villa Pasta e Villa Roccabruna
p. L’itinerario comincia a Blevio, dove si ergeva la villa di Giuditta Pasta (1797-1865), una delle cantanti liriche più amate d’Europa, per la quale Bellini scrisse la parte da protagonista de La Sonnambula. Giuditta aveva passato l’infanzia e parte della giovinezza a Como, ma nel 1811 si era trasferita a Milano per proseguire gli studi di canto e iniziare quella carriera che l’avrebbe consacrata come una delle “divine” della lirica. Amò sempre Como, e quando potè disporre di una certa ricchezza, volle avere una villa con parco sul lago. Acquistò, quindi, villa Roda che fece ristrutturare, fra il 1827 e il 1829, a cura dello zio, l’architetto Filippo Ferranti.
p. Si trattava non di un semplice edificio ma di un complesso di tre dimore – la villa padronale e due dépendance per ospiti – collegate tra loro da un sistema di viali che si sviluppava all’interno del ricco parco. La villa aveva eleganti linee neoclassiche, con sul fronte un portico con loggiato: le cronache dell’epoca raccontavano assomigliasse al teatro alla Scala di Milano perché Giuditta voleva che _i luoghi in cui cercava riposo fossero simili a quelli in cui trovò la gloria_. Profondamente legato all’ambiente teatrale era anche il grottino delle muse, grotta artificiale fatta costruire nel parco, dove erano allestite sculture con i busti di altre cantanti, compresa Maria Malibran, rivale di Giuditta sulle scene, ma rispettata e stimata nella vita reale.
p. Nella villa della Pasta, si davano convegno artisti, compositori e cantanti; Vincenzo Bellini ne fu a lungo frequentatore; qui sembra trascorse un mese nel tardo autunno del 1829 anche Gaetano Donizetti (1797-1848) lavorando alla partitura della sua _Anna Bolena_. Questo luogo, ove accorrevano ospiti illustri e tutto il mondo teatrale milanese ad omaggiare la “divina” Pasta, è oggi ormai pressoché scomparso: nel 1904, infatti, la villa padronale venne demolita e al suo posto edificata villa Roccabruna dei Wild, industriali torinesi, su progetto dell’architetto Carlo Formenti; tuttavia, soprattutto raggiungendo Blevio via lago, è comunque ancora possibile identificare il sito, scorgere parte dell’antico parco e una delle due dépendance, rimasta intatta.
Se si decide di sostare a Blevio, nel piccolo cimitero si può visitare la sepoltura di Giuditta Pasta che si spense proprio in questo borgo nel 1865.