Moltrasio, Villa Passalacqua e Villa Salterio Erker

p. Villa PassalacquaIl nostro itinerario prosegue verso Moltrasio, sulla riva opposta a Blevio. Fin dal lago è possibile scorgere la sagoma di "villa Passalacqua":/architetture/schede/CO260-00107/, un imponente e sobrio edificio a tre piani, preceduto da un ampio parco con terrazze degradanti verso la riva. Questa dimora, arricchita dalla famiglia Passalacqua con opere d’arte e una importante biblioteca, accoglieva spesso artisti e letterati. Anche Vincenzo Bellini (1801-1835) fu diverse volte ospite nella villa. Il maestro, giunto nel 1827 a Milano, in cerca di committenti ed estimatori della sua arte, frequentava all’epoca i più interessanti salotti milanesi, dove intrecciò legami con i Passalacqua ed ebbe modo di rivedere Giuditta Cantù, moglie di Ferdinando Turina, con cui iniziò una passionale storia d’amore, destinata a prolungarsi anche sulle rive del Lario. p. Vincenzo BelliniI Cantù e i Turina erano infatti anch’essi frequentatori di "villa Passalacqua":/architetture/schede/CO260-00107/, vicino alla quale decisero di affittare, nel 1829, "villa Salterio":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO260-00109/, un edificio affacciato sul lago e protetto da un grande giardino, ben riconoscibile per il timpano a decorazioni neoclassiche. Qui Giuditta trascorse lunghi soggiorni, vivendo al riparo da occhi indiscreti la relazione con Bellini; proprio in quest’epoca il maestro conosceva quel periodo di intensa creatività che lo portò a comporre le più celebri arie de _La Straniera_ e _La Sonnambula_, anche grazie al sodalizio con la sua interprete preferita, Giuditta Pasta, che risiedeva nella sua villa di Blevio, sull’altra sponda del lago. All’esterno di villa Salterio una epigrafe ricorda ancora quei tempi e quelle atmosfere: bq. Nella quiete ospitale Di questo ameno soggiorno Vincenzo Bellini Venne ad ispirarsi. - Qui scrisse La “Straniera” E da qui trasse le estasianti melodie Della “Sonnambula” Perché ai posteri sia memoria del fatto. p. Villa Salterio ErkerIntorno al 1833, il rapporto con Giuditta Turina si andò via via affievolendo per le lunghe lontananze del maestro, sempre in viaggio fra le più grandi città europee in compagnia della musa Pasta. L’armonia tra i due amanti, spesso incrinata da gelosie, ripicche e qualche velenosa intromissione, era destinata a guastarsi definitivamente e la rottura avvenne con la scoperta della relazione da parte del marito della Turina. La donna in pochi anni perse tutto: fu ripudiata dal marito e abbandonata da Bellini, che lasciò definitivamente il lago di Como per stabilirsi a Parigi, a partire dal 1834. p. Se si ha tempo per una sosta a Moltrasio, il consiglio è quello di spingersi poco oltre villa Salterio Erker per arrivare fino al Grand Hotel Imperiale, presso il quale nel 1997 è stato inaugurato il monumento a Vincenzo Bellini, opera dello scultore locale Massimo Clerici.