Il giardino di villa Arconati detta "il Castellazzo" a Bollate

h3. La visita oggi Il giardino è celebre per l'articolato sistema di giochi e scherzi d'acqua che lo anima: sebbene alcuni di essi siano andati perduti, il complesso non ha perso il suo fascino ed è ancora in buone condizioni.

_Aree_: A - viale d’accesso; B - corte nobile/giardino dei fiori; C - giardino all’italiana con giochi d’acqua; D - parterre alla francese; E - bosco. _Emergenze monumentali/arboree_: 1 - torre delle acque; 2 - fontana dei delfini; 3 - teatro di Andromeda; 4 - teatro di Diana; 5 - statua d’Ercole; 6 - teatro grande; 7 - scala dei draghi; 8 - vasca; 9 - serre e limonaie; 10 - labirinto di carpini; 11 - carpineto; 12 - agrumi in vaso. La composizione della "Villa Arconati":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01096/ si articola su un unico asse prospettico orientato in direzione ovest-est formato da un lungo viale di accesso ( A ) che scopre gradualmente la facciata del palazzo e ne attraversa la corte ( B ) per poi proseguire nel giardino ( C ). La pianta del palazzo si sviluppa ad H ovvero su due corti: quella d'ingresso, preceduta dal giardino dei fiori ( B ), e quella nobile ad est affacciata sul giardino principale ( 3 ). In prossimità della corte orientale si estende un giardino all'italiana ( C ) organizzato seguendo la stessa prospettiva centrale del viale d'accesso che culmina nel teatro di Diana ( 4 ). Il giardino formale, di ideazione seicentesca, è organizzato a maglia geometrica nei cui punti chiave sono collocati fontane, statue e "teatri" ovvero padiglioni con quinte vegetali oppure in muratura che racchiudono fontane o gruppi scultorei mitologici o allegorici. I teatri hanno dimensioni tanto estese da poter ospitare vere rappresentazioni teatrali: il teatro di Diana era anticamente dotato di palcoscenico, orchestra e platea. h3. Le fontane Gli spettacolari giochi d'acqua erano alimentati da una noria, ruota idraulica oggi dismessa, che provvedeva ad infondere all'acqua la necessaria pressione. La prima fontana è posta nel teatro di Andromeda (3); quella più grande e complessa nel teatro di Diana, dove complessi meccanismi davano vita a scherzi d'acqua: improvvisi zampilli che bagnavano il visitatore a sorpresa. Una fontana a vasca è collocata anche al centro del teatro grande detto prospettiva delle otto statue (6); poco distante è sita la scala dei draghi o via d'acqua (7): due draghi versano acqua in bacini posti in successione. L'iconografia delle fontane e dei gruppi scultorei è ispirata alla classicità, come nel teatro di Diana, o derivata dal repertorio fiorentino e romano, come nella scala dei draghi.
Torre dell'acquaParticolare torre dell'acquaProspettiva verso il teatro di DianaProspetto estStatua di sirena nel teatro di Andromeda
Scala dei draghiTeatro grandeFronte meridionale
h3. I viali e i labirinti Dal viale seicentesco che termina con il teatro di Diana hanno origine, in senso ortogonale secondo l'asse nord-sud, tre grandi viali paralleli di ideazione settecentesca. Il primo viale verso est, lungo 300 metri, suddivideva il giardino in due parti di uguale ampiezza di cui una a bosco. Attualmente il viale ha la foggia di una carpinata a volta (11). Il secondo viale, in asse alla torre delle acque (1), attraversa una zona di labirinti realizzati a grandi siepi di bosso (10). I labirinti, oggi impoveriti ma ancora percepibili, erano disegnati secondo disposizioni di tipo stellare. Il terzo viale, cui la facciata sud della villa fa da fondale, definisce lo spazio in cui nel Settecento vennero realizzati grandi parterre alla francese (D) con aiuole senza bordure ed esedra terminale verso i cancelli che immettono nel bosco. L'area oggi è tenuta a prato, l'impianto alla francese del tutto scomparso. h3. Le serre e il casino di caccia In rovina anche le serre (9), con copertura in ferro e vetro risalenti al XIX secolo, e la voliera, struttura in laterizio coperta in parte in legno in parte con cupolette metalliche in cui rimangono tracce di decorazione ad affresco. Scomparso il casino di caccia, piccola villa edificata nel parco che anticamente faceva parte del complesso, concepito per brevi soste. Il casino, sviluppato su due piani, era preceduto da una piccola corte. Al piano terreno si trovavano la cucina e una saletta mentre al piano nobile si succedevano un vestibolo fiancheggiato dai due corpi simmetrici della scala di servizio e dell'oratorio, un salone e due camere terminanti in due alcove. La costruzione era nutrita di riferimenti colti ma costruita con materiali semplici: i soffitti lignei erano rivestiti di canne o lasciati rustici. h3. La storia Il primo nucleo di villa Arconati venne realizzata intorno al 1588 dal banchiere Guido Cusani; la proprietà fu venduta nel 1610 a Galeazzo Arconati, cugino di Federico Borromeo e appassionato di belle arti, che ne cominciò la trasformazione in senso monumentale. Galeazzo si occupò personalmente della ricostruzione della villa tra il 1619 e il 1627 e dell'impianto del giardino all'italiana, realizzato tra il 1621 e il 1629 secondo i canoni del Rinascimento romano e fiorentino. L'ideazione del sistema di giochi d'acqua, che presuppone sofisticate cognizioni di idraulica, fu ideato da padre Francesco Arconati, figlio di Galeazzo, che nel suo trattato Il moto delle acque trascrisse e commentò i codici leonardeschi. I lavori nel giardino proseguirono durante la prima metà del XVIII secolo per iniziativa di Giuseppe Antonio Arconati, secondo grande committente della famiglia. Tra il 1722 e il 1743 la villa venne risistemata dall'architetto Giovanni Ruggeri tramite la creazione di assi prospettici nuovi e complessi: venne realizzata la nuova facciata sud della villa e l'area ad essa adiacente allestita alla francese. Questa fase dei lavori è documentata dettagliatamente da alcune tavole illustrative inserite nel trattato Ville di delizia di Marc'Antonio Dal Re, edito nel 1743 con dedica a Giuseppe Antonio Arconti Gli interventi settecenteschi vengono tradizionalmente attribuiti all'architetto milanese Giovanni Gianda, giardiniere della villa di Bollate. Estinti gli Arconati, nel 1772 subentrarono come proprietari i Busca: anch'essi progettavano un rinnovo del complesso tanto che nel 1792 affidarono all'architetto Leopoldo Pollack (1751-1806) la trasformazione all'inglese del giardino; il progetto venne però abbandonato. h3. Glossario * _corte_: spazio scoperto, compreso nel suo insieme o in parte tra i corpi di fabbrica di un edificio. * _esedra_: ambiente, di solito scoperto, delimitato da una struttura semicircolare. * _parterre_: disegno del giardino ad aiuole, con scompartimenti ornati d'erbe e fiori * _teatro_: padiglione con quinte vegetali oppure in muratura che spesso racchiude gruppi scultorei.

Testo a cura di Adele Simioli