Le marce e le gite

Le marce: _Sotto tetro cielo, per fangoso cammino, a stomaco vuoto…_; le gite: _…potevasi gustare delle naturali bellezze_, con gli amici al tavolo dei caffè _…il caffè la mattina qualche passeggiata prima di pranzo…_
*Tappa quarta Brescia Lonato. Gita al Garda.* *(dal 11 al 23 giugno)* bq. Da Brescia viensi a Lonato per ampia strada lungo 18 miglia … sotto un sole che bruciava le già riscaldate cervella e avvolti dal polverio entravamo in Lonato trafelati si che i lineamenti n’erano alterati. Qui giunti ci si annunziò che pel 2° battaglione non v’era alloggio. _[Un incaricato del luogo li conduce fuori dal paese in una chiesa soppressa molto umida, sporca e disagiata]_. A toglierci da quel letamaio venne la carità dei Borghegiani che mossi a pietà dell’infelice nostro stato ci ricettarono offrendoci le loro case. Io con 8 o 10 altri, fummo alloggiati in Casa Arrighi ove decentemente albergammo. Giace Lonato al sud di Brescia su pendio di un colle che da mezzogiorno sale al tramonto. Rimarchevoli sono gli avanzi del suo antico castello che ancora reggonsi sparse in quella parte più ellevata del colle al sud dell’abitato. Da quelle alture si guardano il Benaco, e i monti che lo cingono e le gole del Tirolo, e le sottoposte pianure i boschi e i villaggi e le cristalline acque di qualche torrentello che offrono riunite svariato e mirabile panorama… attratti dalla vista del Bresciano ci invogliammo di vistarlo. Da qui il nostro, sapendo di dover attendere alcuni giorni eseguite ogni giorno per tre ore le manovre militari, affascinato dal panorama con i compagni se ne va in gita nei giorni che seguono descrivendo tutto quello che vede. Scende a Desenzano, da lì ammira il Baldo, la riviera di Salò, la penisola di Sirmione, prende un battello servente l’armata Sarda e si fa sbarcare a Peschiera. È passato un mese dall’assedio e dai bombardamento del 30 maggio in cui gli austriaci sono costretti alla resa dall’esercito sabaudo e in città le case sono diroccate e senza tetto. Un ufficiale li guida in visita alla fortezza dove gli austriaci hanno abbandonato le munizioni. bq. Nel ritorno il lago era assai agitato: seduto sull’estrema poppa godetti quasi isolato fra acqua e cielo in tutta la sua poesia quella corsa.
*Tappa quinta da Lonato a Montechiari. Gita a Castiglione delle Siviere e Carpenedolo* *(dal 23 giugno al 11 luglio)* La mattina del 23 abbandonato Lonato ci dirigemmo alla volta di Montechiari, allo scopo ci dissero di essere addestrate nella manovra di campagna e nell’esercizio dell’arma da fuoco. Camminate le sette miglia che questo a quello ci saranno, fra le acclamazioni di quei del paese e della banda musicale del vicino Carpendolo entrammo in Montechiaro… A Montechiari eravamo assai ben veduti e meglio trattati. Nei 15 giorni passati qui Genebardo e i compagni passate le consuete tre o quattro ore quotidiane nelle esercitazioni e nelle manovre “alla Bersagliera” ne approfitta per visitare le vicinanze e ne descrive le bellezze anche con i suoi disegni. bq. Fuori appena dal paese ridosso del Pancrazio s’innalzano ad anni avanzi di rovine ora attestanti che qui giacevasi nei tempi andati un forte… Ameni sono i suoi dintorni: Castiglione delle Siviere, Carpenedolo, Calcinato, Ghedi io viddi. Castiglione… è un bel borgo… vivace e manieroso l’abitante; piacevole e gentile il bel sesso… non lungi gli avanzi di un antico castello ancora vi si ammirano… Calcinato è paese posto in amena posizione sulla strada… su poco elevato colle…quando la [piazza] visitammo era pressoché disabbitato. L’atterrita popolazione temendo l’Austriaco erasi rifuggiata alla montagna. Mentre a Ghedi si annuncia l’arrivo di truppe Toscane, che incuriosisce e attrae i nostri per la loro fama di combattenti, la gita si conclude bruscamente durante il pranzo con l’arrivo di un commilitone che li sorprende con l’avviso che è giunto l’ordine di marciare verso Asola. Il ritorno è frettoloso e trafelato e l’assenza non sarà senza conseguenze. bq. La nostra scappata a Montechiari per Ghedi ci costò assai cara. D’allora fermammo patto di mai più fatto pretesto alcuno dilungarci dal luogo di stazione. Ben è vero che di tale indisciplina benpoco i capi se ne curavano, anzi qualche volta vi presero parte per il che se a noi si potevano rimproverare le frequenti e lunghe assenze, dei capi non esemplare certo era la condotta nostro riguardo, e da ciò le dannose conseguenze che ne derivavano. Poi Carpenedolo, Castelgoffredo, Acquafredda, Asola e Mosio. Sulla strada per S. Silvestro l’incontro con il reggimento Sessa accampato a Montanara e Curtatone dove i campi _ancora fumanti di sangue toscano sono la tomba dei prodi che vi perirono nella memoranda giornata del 29 maggio_, poi le strade piene di fango per la pioggia fino a Cerese e alloggi fangosi e improvvisati.

*Tappa decima* *Da Pietole nuovo a Governolo (dal 23 al 27 luglio)* _Il cannone lontan lontano tuonava…_ bq. La mattina del 23 dopo notte burrascosa sorte tetra. Erano le 5 ant[imeridiane]: pioveva dirottamente e abbandonammo Pietole. Corse 10 miglia di strada volgendo le spalle a Mantova, lasciato San Biaggio, Governolo e… piccoli casali arrivammo a 10 ore sulla dritta sponda del Mincio in faccia a Governolo… Il cannone lontan lontano tuonava e ci tenne in pronto. I campi di Custoza di sangue e di cadaveri si coprivano. La pugna vi si era appiccata accanita assai… Governolo è discreta borgata quasi tutta fabbricata sulla sinistra riva del Mincio: eccettuato qualche men che modesto casolare e i molini sparsi sull’opposta riva che offrendo pittoresca veduta abbelliscono la sua prospettiva. Il fiume da questa parte qui è incanalato, e poco sotto Governolo confluisce al Po. Governolo è celebre nelle storie dei passati secoli, e di recente fu segnalato dal fiero combattimento del 18 corrente luglio tra Sardi e Austriaci nel quale questi s’ebbero la peggio e somma lode le truppe sarde… Le tre giornate e le 4 notti di Governolo ci tennero occupati in sentinella ai posti avanzati a far ronda la notte, spingendoci fino alle avamposte sarde. Frequenti allarmi spesso ci chiamavano alle armi. Nelle giornate del 24 e 25 il cielo minacciava pioggia: il ripercorso dagli echi lontani il fragore del cannone non cessò di rimbombare vigoroso per l’aere alle nostre orecchie come vivissimo fuoco di fila. La sera del 25 si seppe che quel terribile cannoneggiare annunciava la perdita della causa italiana colle battaglie di Valeggio, Sommacampagna e Volta. _….un completo esercito… tutto in miniatura…_ bq. A Governolo il nostro battaglione obbediva agli ordini del generale Trotti. Il 25 passammo sotto quelli del generale Lamarmora generale Alessandro. Istitutore e maestro del corpo franco Bersaglieri sardi, assai apprezzato e stimato da tutti e espertissimo nella strategia. Qui al nostro corpo vennero aggiunte le seguenti truppe: Il corpo sardo Cacciatori franchi dell’espertissimo colonnello Mossa veri diavoli in carne e ossa che servivano anche come pionieri e zappatori. Un corpo di 400 volontari bersaglieri mantovani: 30 cavalli del reggimento sardo Nizza Cavalleria e due pezzi da 8 col loro treno. Dalla riunione di tutti questi piccoli corpi si ebbero gli elementi tutti di un completo esercito fanti cavalli artiglieria genio tutto in miniatura. Il 26 un’altra incursione porta il nemico molto vicino ma è solo una ricognizione senza colpo ferire. La guerra per ora è solo un’eco lontana.