Il giardino di palazzo Borromeo Arese

h3. Introduzione p. Per cogliere concezione e senso del giardino di "Palazzo Borromeo Arese":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02219/ a Cesano Maderno non basta esplorarlo, identificando i rapporti, ereditati dal glorioso passato, tra aree verdi architetture e sculture, come oggi si presentano dopo i restauri dell'ultimo decennio del Novecento, che ne hanno valorizzato storia e qualità paesistica. Manomissioni e modifiche tra XVII e XIX secolo hanno infatti implicato l'attuale messa a punto di un assetto globale moderno benché ricco di importanti tracce storiche, oltre che ben connesso, tramite l'assialità del suo percorso centrale longitudinale, con l'ariosa loggia barocca del monumentale palazzo. L'ampiezza di nove ettari e la forma di rettangolo allungato sono invece fortunatamente rimaste, così come il muro in ciottoli e mattoni, quelle seicentesche. Complemento inscindibile dell'architettura, di cui esalta sobrietà e eleganza e con i cui interni decori in giochi illusionistici o in stile boschereccio intesse un sottile e colto dialogo, il giardino oggi, con il palazzo, di proprietà comunale, è aperto al pubblico e valvola di sfogo in un contesto urbanizzato che ha perso del tutto la destinazione prevalentemente agricola, di cui la vita castellana di un tempo godeva in vari modi. p. L'immaginazione può però oggi essere utilmente attivata da importanti documenti, grafici e scritti, che consentono di ritrovarne il carattere di luogo ove la natura è stata modellata, tramite tecniche di giardinaggio, agricoltura, idraulica, architettura e scultura, con precisa intenzionalità: fondere in unità il vivere in villa e il contemplare, esaltando capacità sensitive e emotive dei suoi fruitori, senza però dimenticarne le concrete esigenze alimentari e le opportunità di commercio dei prodotti con i vicini mercati del capoluogo milanese. h3. La storia p. L'ideazione complessiva del giardino è attribuita a Francesco Maria Castelli da Castel San Pietro, uomo di fiducia della famiglia Borromeo, cui si devono anche il Casino, detto attualmente tempietto del fauno, il Serraglio e il relativo portale, l'uccelliera, la fontana del Mascherone, a nord-est, ora in disuso. A questa fase risalgono molte delle statue in arenaria, collocate lungo il viale prospettico principale, e statue in ceppo, che raffigurano animali sparse nel giardino. p. Nella seconda metà del Seicento Carlo IV Borromeo Arese realizzò la roggia Borromea che alimentava il prato irriguo e un mulino, preziosa anche per i giochi d'acqua; abbatté il muro che divideva in due il giardino lasciando però i cancelli dei quattro varchi; riorganizzò la disposizione delle sculture ampliandone il numero. Realizzò la raffinata fontana a gradoni di gusto romano, ancora oggi visibile e in asse con la loggia del palazzo, decorata da due sculture di cammelli in cesta e conclusa da un bacino in cui l'acqua si raccoglie per filtrare sottoterra fino ad una grande peschiera antistante, oggi contornata da salici piangenti e dove facevano bella mostra un tempo sculture marine ora scomparse, opera dello scultore Giovan Battista Rainaldi. p. Sensibile al modello francese di giardino divenuto di moda e alle sue lunghe prospettive assiali, introdusse anche un viale di carpini che giungeva fino al bosco. Disseminò infine edicole e tempietti nei punti di arrivo o partenza dei viali. Al periodo corrispondente a queste importanti trasformazioni, tra metà Seicento e metà Settecento, risalgono le riproduzioni ad affresco e a olio del giardino, di cui le più importanti sono quelle all'Isola Bella, all'Isola Madre e nel Castello Borromeo di Peschiera Borromeo. p. Il complesso, confiscato da parte del governo lombardo-veneto nel XIX sec., subì danni gravi, nel suo assetto e nell'eliminazione di componenti di prestigio, quali i giochi d'acqua, le cui condutture in piombo furono utilizzate per motivi bellici. h3. La visita: il serraglio, l'uccelleria, il casino p. Il portale monumentale del Serraglio è composto da un arco centrale, rivestito da bugnato liscio, sovrastato da timpano con volutine richiniane che incorniciano un piccolo obelisco, racchiuso tra due doppi pilastri anch'essi sovrastati da obelischi in pietra. Dal portale, tramite percorso rettilineo alberato, si raggiungeva l'area a bosco del Serraglio, oggi del tutto scomparsa, che costituiva riserva di caccia adibita alle battute dei conti Borromeo con ospiti illustri. L'uccelliera, o padiglione degli uccelli, all'inizio del viale trasversale del giardino, a nord, è un edificio cubico di belle proporzioni con prospetto dominato dal portico a serliana e un fianco con una grande finestra a lunetta; ospita all'interno una voliera attualmente vuota, in cui sono visibile tracce di affreschi. Il Casino o tempietto del fauno, con la sua forma planimetrica a croce greca lobata e l'alzato concluso da un tiburio con lanterna sovrastata dalla statua della Fama, sta ai bordi estremi del giardino sull'angolo sud. L'elegante volume architettonico si sviluppa all'interno in quattro spazi absidati aperti, ornati da colonne tuscaniche architravate, al cui centro è un locale al pianterreno affrescato, dal quale, tramite due scale a chiocciola, si raggiunge quello sovrastante, anch'esso affrescato. Luogo di ristoro e meditazione, il casino copre una piccola ghiacciaia sotterranea per la conservazione di prodotti agricoli.

Testo a cura di Maria Antonietta Crippa